MESSAGGIO DELLA PRESIDENZA DELLA C.E.I.
La droga rappresenta oggi una delle più grandi sfide che l'umanità intera incontra sul suo cammino. Il fenomeno non conosce frontiere e, sempre più spesso, nei suoi aspetti sia di traffico che di abuso di sostanze, s'intreccia, anche nel nostro Paese, con le situazioni di disagio giovanile e di devianza, con lo smarrimento dei fondamentali valori etici e religiosi, con i gravi fenomeni sociali della criminalità organizzata, del traffico di armi e della corruzione.
L'organizzazione delle Nazioni Unite ha proclamato il 26 giugno 1988 Prima Giornata Mondiale contro l'abuso e il traffico illecito della droga.
In questa occasione invitiamo a riflettere sulle ragioni profonde di un male tanto diffuso, che minaccia la vita delle persone e le famiglie, e in alcune nazioni la democrazia stessa e la pace.
In Italia non abbiamo mai contato tanti morti per droga come negli ultimi anni. Accanto alle cifre ufficiali delle vittime (500 nel 1987, oltre 200 nei primi mesi del 1988) vanno ricordate le centinaia di migliaia di persone che stanno consumando la propria vita, i tossicodipendenti e i loro familiari, o che sono vittime di atti criminali compiuti a causa della droga.
La Giornata Mondiale contro la droga è un richiamo che vale per tutti coloro che credono nella dignità della vita umana e nei valori della solidarietà. Il fenomeno droga chiama in causa tutti i livelli di responsabilità della comunità civile e nazionale, perché ancora troppo debole è l'iniziativa culturale e sociale di prevenzione e di opposizione, mentre ci si accosta alle droghe di ogni tipo con crescente facilità e ad età sempre più basse. Nè si possono dimenticare i gravi problemi che affliggono le giovani generazioni: il lavoro, le prospettive per costituire una famiglia, la casa.
Desideriamo manifestare profondo apprezzamento e riconoscenza verso le tante persone, comunità, istituti che, con autentica generosità e solidarietà, in molti casi ispirata dalla fede, si adoperano per il recupero dei tossicodipendenti e sul vasto fronte della prevenzione della droga. Auspichiamo che il loro impegno sia sempre più compreso e condiviso.
Nello stesso tempo non possiamo non esprimere totale riprovazione e condanna nei confronti di coloro che non esitano a insidiare e distruggere la vita altrui allo scopo di procurarsi attraverso il commercio della droga la ricchezza più infame e ripugnante. La lotta contro questo crimine nefando è un impegno primario dei pubblici poteri e va sostenuta da ogni coscienza retta senza esitazioni o riserve.
Per tutti imploriamo la luce che viene da Dio, perché sostenga gli impegni generosi, converta i cuori, allontani dai sentieri perversi.
Alle famiglie e alle comunità cristiane chiediamo di ravvivare le ragioni di una nuova evangelizzazione missionaria, sapendo che tanti giovani cercano disperatamente la felicità senza accorgersi che Dio è l'unico che davvero può soddisfare il cuore dell'uomo.
A tutti i giovani infine vorremmo far giungere l'eco di una esortazione forte del Papa: “Nessuno può sostituirsi alla vostra responsabilità personale. Nessuno può prendere il vostro posto nell'esercizio di quella libertà nella quale decidete della vostra vita. Abbiate il coraggio di rischiare sulla parola di Cristo, ponetela all'interno del messaggio della vostra giovinezza”.
Roma, 26 giugno 1988