Poco più di un anno fa, il 6 dicembre del 2008, il Santo Padre Benedetto XVI promulgava il decreto di venerabilità del sacerdote Giacinto Bianchi, riconoscendone la pratica eroica delle virtù. Vissuto tra il 1835 e il 1914, ha fondato l’istituto religioso delle Figlie di Maria Missionarie che la nostra celebrazione vogliono ringraziare il Signore per questo riconoscimento che offre alla venerazione questa figura di missionario e di fondatore. Qualcuno ha definito don Giacinto Bianchi “un cristiano inquieto”. Con tale qualifica egli ci appare singolarmente contemporaneo, di quella contemporaneità credente che sperimenta e soffre la resistenza e perfino la chiusura all’annuncio del Vangelo e al dono della fede. La sua inquietudine non nasceva da umana insoddisfazione, ma dall’ansia per la diffusione del Regno di Dio. Per questo egli sente di essere e vuole farsi missionario, dando alla sua missione una qualità straordinariamente attuale, poiché non guarda soltanto alle terre lontane, ma si dirige nello stesso tempo alla gente della sua e di altre terre, alla gente emigrata all’estero, a quanti cioè, in vario modo, hanno bisogno di essere raggiunti dalla predicazione cristiana, che egli instancabilmente eserciterà in una costante itineranza. E poi la sua attualità si coglie nella attenzione alla figura della donna, che egli guarda nell’ottica di Maria, la donna perfetta e la prima discepola del suo figlio Gesù. L’annuncio del Vangelo non si separa mai dalla promozione di una umanità sempre più piena, e ha nella donna, ancora oggi, un luogo personale che attende di giungere a compiuta realizzazione. Nel ringraziare il Signore per il dono alla Chiesa di don Giacinto Bianchi, noi raccogliamo l’invito a sentirlo vicino alla nostra preghiera e ad imitarne le virtù apostoliche e sacerdotali.
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S.E. Mons. Mariano Crociata