la celebrazione della Giornata del Migrante e del Rifugiato mi offre nuovamente l´occasione di manifestare la costante sollecitudine che la Chiesa nutre verso coloro che vivono, in vari modi, l´esperienza dell´emigrazione. Si tratta di un fenomeno che, come ho scritto nell´Enciclica
Caritas in veritate, impressiona per il numero di persone coinvolte, per le problematiche sociali, economiche, politiche, culturali e religiose che solleva, per le sfide drammatiche che pone alle comunità nazionali e a quella internazionale. Il migrante è una persona umana con diritti fondamentali inalienabili da rispettare sempre e da tutti (cfr n. 62). Il tema di quest´anno –
“I migranti e i rifugiati minorenni” tocca un aspetto che i cristiani valutano con grande attenzione, memori del monito di Cristo, il quale nel giudizio finale considererà riferito a Lui stesso tutto ciò che è stato fatto o negato “a uno solo di questi più piccoli” (cfr
Mt 25, 40.45). E come non considerare tra “i più piccoli” anche i minori migranti e rifugiati? Gesù stesso da bambino ha vissuto l´esperienza del migrante perché, come narra il Vangelo, per sfuggire alle minacce di Erode dovette rifugiarsi in Egitto insieme a Giuseppe e Maria (cfr
Mt 2,14).
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