Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale

Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale
Le urgenze e i problemi vissuti dalla Chiesa italiana non devono farle dimenticare la vocazione alla missione universale che la spinge oltre le frontiere del proprio territorio, per l'evangelizzazione di tutti gli uomini.
È una responsabilità che tocca, innanzitutto, noi Vescovi che, come membri del Collegio Episcopale, siamo stati «consacrati non soltanto per una diocesi, ma per il mondo intero» (AG, 38), chiamati a condividere con il Papa la sollecitudine di tutte le Chiese.
Ma è pure un impegno che incombe ad ogni comunità e discepolo del Cristo, se è vero che la fedeltà al Signore richiede di diventare testimoni ed annunciatori del Vangelo «fino ai confini della terra» (At 1,8).
Anche quest'anno, quindi, in occasione della Giornata Missionaria Mondiale, desideriamo offrire alcune considerazioni che servano da richiamo a un dovere che è connaturale alla Chiesa e che non può essere disatteso da nessun cristiano.
 
Il Messaggio del Papa
 
Prendiamo lo spunto per le nostre riflessioni dal Messaggio del Santo Padre, nel quale Giovanni Paolo II ha voluto ricordare in modo speciale la Fidei donum, nel XXV anniversario della pubblicazione: una ricorrenza, questa, che è stata celebrata anche dalle Pontificie Opere Missionarie nel recente Congresso Nazionale tenutosi a Siena.
L'Enciclica di Pio XII, per molti aspetti, costituì una svolta nella cooperazione missionaria, anticipando intuizioni e proposte che poi il Concilio avrebbe ribadito ed approfondito.
Due risultano le novità più significative: da una parte il forte richiamo ai Vescovi, perché esprimessero la loro responsabilità personale e collegiale per l'evangelizzazione universale; dall'altra l'invito agli stessi Vescovi di inviare in missione, come sostegno alle giovani Chiese, anche sacerdoti diocesani e laici.
A tutti veniva detto che l'attività missionaria esige, sì, l'opera di operatori specializzati, dediti a questo compito per un particolare dono dello Spirito, ma è in sé dovere di tutta la Chiesa, la quale non può assolverlo solo con la delega ad alcuni, ma deve sentirsi tutta mobilitata a scoprire continuamente nuove energie e forme per rispondere con tempestività alle esigenze dei tempi e alle chiamate del Signore.
 
La risposta della Chiesa italiana
 
La risposta della Chiesa italiana all'appello della Fidei donum fu puntuale e generosa, e gli impegni sostenuti in questi anni ne sono una testimonianza evidente. Più di mille sacerdoti hanno consacrato parte della loro vita alla «missione»: questa disponibilità ha superato lo spontaneismo per diventare un'espressione matura e condivisa di Chiesa.
Sono scelte che, se hanno significato per i sacerdoti una riscoperta di dimensioni dimenticate della propria vocazione, per la comunità ecclesiale si sono rivelate fonte di arricchimento, sviluppo di coscienza missionaria, stimolo di comunione con le altre Chiese, in una condivisione di vita e di beni che diventa grazia e condizione di rinnovamento.
Dopo venticinque anni, questo sforzo non è diminuito, anzi ha trovato maggior solidità e consistenza, nonostante la crisi di forze apostoliche che anche la nostra Chiesa ha dovuto affrontare. Ma proprio perché siamo convinti che non dobbiamo dare il superfluo e che «la partecipazione alla missione evangelizzatrice universale deve considerarsi come una legge fondamentale di vita» (Postquam Apostoli, 14), rinnoviamo la volontà di continuare e approfondire questa comunione con le Chiese sparse nel mondo.
 
Il documento della Commissione Episcopale per la cooperazione tra le Chiese
 
Su questa realtà, e più in generale sul cammino che la Chiesa italiana sta compiendo per vivere la sua dimensione missionaria, abbiamo offerto riflessioni e direttive nel documento «L'impegno missionario della Chiesa Italiana – per la pastorale missionaria della Chiesa locale», pubblicato il 21 aprile 1982. Siamo convinti che il servizio episcopale, l'invio del personale apostolico, i gesti di cooperazione missionaria hanno significato autentico solo se collocati in una comunità ecclesiale che abbia la coscienza di essere «soggetto primario, di missionarietà» (Messaggio del Papa). Per questo, la nostra Chiesa, mentre è impegnata a testimoniare nel nostro Paese la sua fede, non vuole essere meno attenta ai legami che la uniscono alla Chiesa universale.
Ispirandosi al Concilio e riferendosi ai piani pastorali della Conferenza Episcopale Italiana, il documento si preoccupa di riscoprire le grandi linee che qualificano la missione nel momento attuale, e ridare slancio e coerenza al nostro apporto missionario in spirito di sincera comunione ecclesiale.
Invitiamo, quindi, tutte le forze missionarie e le diverse componenti pastorali ad approfondire ed assimilare i contenuti che il documento offre, e ad attuare le indicazioni che propone.
Ad esso facciamo riferimento nel preparare comunità e fedeli alla celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale, avviando una catechesi che dovrà essere opportunamente continuata, perché tutto il popolo di Dio sia stimolato ed aiutato nell'obbligo di «rendere testimonianza a Cristo di fronte alle genti» (AG, 37).
Concludendo questo nostro messaggio, vogliamo riconfermare a tutti i missionari – sacerdoti, religiosi, religiose e laici – la nostra gratitudine e solidarietà. Li sentiamo come nostri inviati, parte viva della nostra Chiesa, dono che ad essa il Signore fa.
Ci sentiamo vicini nella preghiera, e auguriamo che la loro opera sia confortata da buoni frutti.
 
Roma, 15 ottobre 1982.
LA COMMISSIONE EPISCOPALE
PER LA COOPERAZIONE TRA LE CHIESE

COMMISSIONE EPISCOPALE PER L'EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI E LA COOPERAZIONE TRA LE CHIESE

15 Ottobre 1982

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