1. – Il ringraziamento a Dio nasce dalla fede, ha detto Giovanni Paolo II, lo scorso anno, celebrando la «Giornata» nella Basilica di S. Pietro, e deve distinguere la vita di ogni cristiano. L'atteggiamento «eucaristico» dona pace e serenità e rende docili alla volontà di Dio.
«Ringraziare significa credere, amare, donare. E con letizia e generosità» (Oss. Rom. 10-11 novembre 1980).
2. – Ringraziare Dio per i frutti della terra e per tutti i suoi benefici impegna la comunità cristiana a riconoscere la dignità e il valore di ogni lavoro e di quello dei campi in modo particolare. «Tutti i mestieri e tutte le arti sono utili e validi, ma il lavoro dei campi è essenziale, e tutti siamo debitori a coloro che vi si dedicano» (GIOVANNI PAOLO II, 9 novembre 1981).
3. – La solidarietà dei cristiani in Italia per il mondo rurale deve manifestarsi nella sollecitudine per rimuovere, o, almeno, attenuare, le palesi ingiustizie ancora oggi esistenti nelle condizioni di vita, nelle strutture civili e nei servizi di alcune zone interne, collinari e montane, e del Mezzogiorno d'Italia.
Inoltre la disparità di reddito ancora notevole dei lavoratori agricoli rispetto alle altre categorie di cittadini (55%), se non è l'unica, è certo una delle cause dell'abbandono dei campi da parte dei giovani.
4. – L'enciclica Laborem exercens, che il Papa ci ha donato per il 90° della Rerum novarum, esalta e proclama l'importanza fondamentale e la dignità del lavoro agricolo, «nel quale l'uomo in modo tanto eloquente soggioga la terra ricevuta in dono da Dio ed afferma il suo dominio nel mondo visibile» (n. 21).
I lavoratori agricoli, come i lavoratori di tutti i settori produttivi e di tutti gli ambienti, devono essere resi sempre più consapevoli e qualificati sia per partecipare alle scelte decisionali che li riguardano, sia per offrire all'intera società la ricchezza di valori morali e di esperienze umane che li distinguono.
Sentiamo perciò di dover accogliere con docilità l'appello del Santo Padre e di diffonderlo con convinzione e coraggio. Sono necessari – egli afferma – «cambiamenti radicali ed urgenti per ridare all'agricoltura – ed agli uomini dei campi – il giusto valore come base di una sana economia, nell'insieme dello sviluppo della comunità sociale» (ivi).
5. – Il valore del lavoro agricolo come di ogni lavoro e il riconoscimento della sua dignità non è una questione prevalentemente economica, ma soprattutto un problema culturale e morale, che esige proposte da parte della comunità cristiana.
La Giornata del ringraziamento sia occasione propizia per una riflessione attenta anche ai complessi problemi della fame, del giusto uso dei beni e delle risorse, per immaginare ed attuare forme valide di generosa e feconda solidarietà sociale, e per una preghiera riconoscente e fiduciosa al Padre, datore di ogni bene.
LA COMMISSIONE EPISCOPALE
PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
COMMISSIONE EPISCOPALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO, LA GIUSTIZIA E LA PACE