1. – Domenica 10 novembre i fedeli d'Italia, della campagna e della città, sono invitati a celebrare la Giornata del ringraziamento, a rendere cioè grazie a Dio per i frutti della terra e del lavoro umano.
La Giornata del ringraziamento ha lontane origini nelle tradizioni religiose del nostro popolo; ed è stata celebrata, anche in epoche meno recenti, da molte parrocchie rurali, con diverse modalità e con varie partecipazioni.
Risale al 1951 l'iniziativa di celebrare, anche con intendimenti sociali, la seconda domenica di novembre; ed è merito della Confederazione Nazionale dei Coltivatori Diretti e delle Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani averne promosso e favorito la celebrazione, specialmente sottolineando i meriti e le necessità della categoria agricola.
E' sembrato, tuttavia, ormai opportuno e doveroso che la Giornata del ringraziamento fosse estesa a tutte le diocesi d'Italia, invitando a celebrarla non soltanto le Associazioni, particolarmente interessate, ma tutti i fedeli con chiari intendimenti di fede e con spirito di cristiana solidarietà.
Sono per tutti, infatti, i doni della terra, che Dio ha affidato all'uomo, perché col suo lavoro intelligente e generoso, riuscisse a dominarla e a farne sprigionare quelle immense ricchezze potenziali, che essa contiene, per il bene dell'umanità.
E' necessario, perciò, che ogni uomo, non dimentico della origine prima della terra e della sua originaria destinazione, dia innanzi tutto lode e ringraziamento a Dio, datore di ogni bene, e si renda consapevole della propria responsabilità di fronte ad un dono incommensurabile, che non deve egoisticamente sfruttare e degradare, ma piuttosto potenziare e sviluppare per le crescenti necessità di tutti i fratelli.
2. – In questa prospettiva – del riconoscimento cioè del dono di Dio e delle responsabilità umane e sociali che ne derivano – la Giornata del ringraziamento assume oggi importanza notevole, né può essere disattesa da chi debba e voglia inserire nel contesto della vita moderna e nell'insieme dei gravissimi problemi dai quali è tormentata, la luce e la forza, che proviene dalla fede cristiana.
Vi sono, infatti, problemi di giustizia sociale, che riguardano particolarmente i lavoratori della terra; ma vi sono altresì, collegati, problemi più vasti, come quelli dell'adeguata produzione e dell'equa distribuzione dei beni alimentari, dell'invadente e contrastante inquinamento ecologico, delle primarie e in dilazionabili esigenze di tanta parte dell'umanità, che vive ancora sotto lo spettro della fame.
Di questi problemi la coscienza cristiana non può non farsene carico; e la Giornata del ringraziamento, oltre ad essere un gesto religioso di riconoscenza a Dio e di solidarietà verso i fratelli, dovrà anche costituire un richiamo al dovere di ognuno e un appello fiducioso ai maggiori responsabili, in campo nazionale e internazionale, perché provvedano attraverso adeguate strutture, alla giusta distribuzione dei beni né sia negato ad alcun popolo il diritto primario all'alimentazione.
3. – In tal modo la Giornata del ringraziamento sarà un incontro di preghiera e di riflessione per tutte le necessità ecclesiali, ma sarà anche una prima risposta all'appello fatto dal Santo Padre in unione coi Vescovi riuniti in Sinodo, per il rispetto dei diritti dell'uomo e per la riconciliazione nel mondo.
Il nostro Paese, non meno di tanti altri, attraversa un momento particolarmente difficile, per la grave crisi economica e per i suoi riflessi di ordine sociale e politico. La preghiera umile e fiduciosa ci aiuti a superarlo.
Nella chiara consapevolezza del proprio dovere e nella disponibilità ad accettare la propria parte di sacrificio, per il bene comune, si elevi perciò al Signore la più ardente supplica di tutta la comunità cristiana, affinché sia illuminata la mente di coloro che ci governano e siano aperti gli animi di tutti alle esigenze della giustizia, della solidarietà e della pace.
Roma, 8 novembre 1974.