In occasione della celebrazione della Giornata Nazionale delle Migrazioni il Presidente della Commissione Episcopale e della Fondazione “Migrantes” ha indirizzato alle comunità ecclesiali un Messaggio che traduce per la realtà italiana il Messaggio del Papa sul tema “Le migrazioni in una visione di pace”.
Il problema delle migrazioni viene riproposto nei suoi diversi risvolti, con riferimenti agli immigrati che raggiungono l’Italia, agli emigrati italiani, a coloro che non hanno una dimora stabile come i fieranti, i circensi, i Rom e i Sinti, i marittimi e gli aeroportuali.Il tema del Messaggio propone un itinerario in linea con gli orientamenti contenuti nella nota pastorale Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia e imperniato sul valore dell’accoglienza e dell’ospitalità, che genera speranza. Il frutto di tale visione è la trasfigurazione del mondo, visto e abitato come una casa accogliente e aperta alla speranza.
Il mondo come una casa: dalla diffidenza all’accoglienza
La Chiesa italiana, ogni anno nella terza domenica di novembre, propone alle comunità, ai gruppi, alle istituzioni la celebrazione della Giornata Nazionale delle Migrazioni.
E la più antica Giornata che si celebra: risale al 1914 allorquando una marea di italiani, dal sud e dal nord della penisola e dalle isole lasciavano nazione, paese e famiglia per emigrare in cerca di lavoro. Probabilmente si verificavano da noi le scene che vediamo ripetersi oggi nei paesi donde partono migliaia di uomini, donne, bambini pronti ad affrontare viaggi costosi e pericolosi per raggiungere il “sognato paradiso terrestre” delle terre europee.Forse si respirava anche allora dai nostri connazionali, che si stanziavano oltreoceano o nelle nazioni europee ricche di risorse e di lavoro, quel clima di sospetto e di diffidenza che sovente respirano i numerosi immigrati appena mettono piede in Italia.
La Commissione Episcopale per le migrazioni (CEMi) della CEI, che ha il compito attraverso gli uffici della “Migrantes” di organizzare la Giornata, intende anzitutto ricordare che il fenomeno migratorio non è costituito unicamente da immigrati esteri in Italia e migranti italiani all’estero, ma anche da fieranti e circensi, da Rom e Sinti (zingari), da marittimi e aeroportuali. Il tema della Giornata per il 2004 è stato formulato così: “Il mondo come una casa: dalla diffidenza all’accoglienza”. La “casa”, come la pensa e la immagina la Chiesa, non nasce perfetta, ma lo diventa con lo sforzo e la buona volontà di tutti: “Un uomo saggio cerca di costruirla sulla roccia” (cfr Mt 7,24). Perciò ai migranti direi ciò che Geremia diceva agli esuli: “Cercate il bene del paese in cui abitate, pregate il Signore per esso perché dal suo benessere dipende il vostro benessere” (Ger 29,1-14). Ai nostri connazionali ripeterei adattate le parole del Deuteronomio: “Amate il forestiero, il migrante perché anche voi foste stranieri e migranti” (cfr Dt 10,19).
Con questi riferimenti biblici si riesce a vedere l’altro con benevolenza, con simpatia, come vicino, come persona umana quindi portatrice di valori e ricchezze, non come straniero, non come potenziale nemico, come sembra guardarlo la legge, o come incomodo da allontanare, ma come membro di un’unica grande famiglia i cui legami sono destinati a essere sempre più stretti e costruttivi.
Dal vedere all’accogliere il passo non è lungo, anche se non sempre facile a farsi. Certo il mio ragionamento ad alcuni può sembrare astratto, teorico; ma non lo è. Dipende dai gesti che ognuno di noi pone: incontrandosi, aiutandosi, pregando assieme, attuando attenzione reciproca, rispetto, capacità di leggere con realismo e slancio il contesto.
E significativa al riguardo l’espressione di Luca che conclude il racconto dell’incontro di Gesù con Zaccheo: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa” (Lc 19,9). Conosciamo bene il significato pregnante della parola “salvezza”, come sappiamo anche che la salvezza è esclusivo dono di Dio. A noi però spetta preparare gli uomini ad accoglierla e assieme fare passi che aiutino a raggiungerla.Questi concetti mi permettono anche di leggere il tema di quest’anno in riferimento al Santuario di Loreto dove si concluderà, domenica 21 novembre, con la celebrazione eucaristica, la Giornata Nazionale delle Migrazioni.
Nel Santuario c’è la Santa Casa, sul frontespizio della quale è scritto: “Hic Verbum caro factum est – Qui il Verbo si è fatto uomo”. Noi siamo chiamati a rendere questo mondo una “casa” dove il nostro modo di vivere, di trattare, di accogliere, di amare ogni uomo dimostri che in quelle persone vediamo, accogliamo e amiamo Gesù.
Le nostre Chiese diocesane presentano molteplici situazioni e luoghi che possiamo trasformare in casa ospitale, in rapporto familiare:
– quando vediamo gruppi di immigrati di ogni colore frequentare i nostri stessi pubblici ambienti;
– quando sentiamo parlare di italiani – ancora tanti – che vivono il problema migratorio all’estero, spesso dimenticati e abbandonati;
– incontrando sulle nostre piazze fieranti e circensi e facendo festa con loro;– rispettando anche la cultura e il modo di rapportarsi dei Rom e Sinti spesso oggetto di scherno;
– pensando al duro lavoro cui sono sottoposti gli addetti alle navi da trasporto o da crociera.
Le condizioni dell’umanità sulla terra sono così precarie, così grandi le disparità economiche, così facili i gesti politici in cui i diritti umani sono violati, che i flussi migratori sono più facilmente motivo di tensione e di diffidenza piuttosto che di solidarietà e di riconoscenza.
Riusciremo a “mantenere la consapevolezza che stiamo ricevendo doni nel momento in cui offriamo accoglienza”?“Auspico di cuore – scrive il Papa nel Messaggio per la Giornata Mondiale per le migrazioni 2004 – che ogni comunità ecclesiale, formata da migranti e da rifugiati e da coloro che li accolgono, attingendo stimoli alle sorgenti della grazia, si impegni a costruire la pace. Nessuno si rassegni all’ingiustizia, né si lasci abbattere dalle difficoltà e dai disagi”.
Roma, 29 settembre 2004
Festa dei Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele
LINO BORTOLO BELOTTI
Vescovo ausiliare di Bergamo
Presidente della Commissione Episcopale per le migrazioni