2. La vita dell’uomo è un dono prezioso da amare e difendere in ogni sua fase. Il comandamento “Non uccidere!” domanda di rispettarla e promuoverla sempre, dal suo inizio sino al suo naturale tramonto.
E un comando che vale pure in presenza di malattie, e quando l’indebolimento delle forze riduce l’essere umano nelle sue capacità di autonomia.
Se l’invecchiamento, con i suoi inevitabili condizionamenti, viene accolto serenamente nella luce della fede, può diventare occasione preziosa per meglio comprendere il mistero della Croce, che dà senso pieno all’umana esistenza.
L’anziano ha bisogno di essere compreso ed aiutato in questa prospettiva.
Desidero qui esprimere il mio apprezzamento a quanti si adoperano per venire incontro a queste esigenze ed esorto anche altri volenterosi a voler profittare della Quaresima per recare anche il loro personale contributo. Ciò consentirà a tanti anziani di non sentirsi un peso per la comunità e talora perfino per le proprie famiglie, in una situazione di solitudine che li espone alla tentazione della chiusura e dello scoraggiamento.
Occorre far crescere nell’opinione pubblica la consapevolezza che gli anziani costituiscono in ogni caso una risorsa da valorizzare. Vanno, pertanto, potenziati i sostegni economici e le iniziative legislative che permettano loro di non essere esclusi dalla vita sociale. Per la verità, negli ultimi decenni la società si è fatta più attenta alle loro esigenze, e la medicina ha sviluppato cure palliative che, con un approccio integrale al malato, risultano particolarmente benefiche per i lungodegenti.
3. Il maggior tempo disponibile in questa fase dell’esistenza offre alle persone anziane l’opportunità di affrontare interrogativi di fondo che forse erano stati trascurati prima a motivo di interessi stringenti o ritenuti comunque prioritari. La consapevolezza della vicinanza del traguardo finale induce l’anziano a concentrarsi su quanto è essenziale, dando importanza a quello che l’usura degli anni non distrugge.
Proprio per questa sua condizione l’anziano può svolgere un suo ruolo nella società. Se è vero che l’uomo vive del retaggio di chi lo ha preceduto e il suo futuro dipende in maniera determinante da come gli sono trasmessi i valori della cultura del popolo a cui appartiene, la saggezza e l’ esperienza degli anziani possono illuminare il suo cammino sulla strada del progresso verso una forma di civiltà sempre più completa.
Quanto è importante riscoprire questo reciproco arricchimento tra diverse generazioni! La Quaresima, con il suo forte invito alla conversione e alla solidarietà, ci conduce quest’anno a focalizzare queste importanti tematiche che interessano tutti. Cosa succederebbe se il Popolo di Dio si arrendesse a una certa mentalità corrente che considera quasi inutili questi nostri fratelli e sorelle, quando sono ridotti nelle loro capacità dai disagi dell’età o dalla malattia? Come, invece, sarà diversa la comunità, a partire dalla famiglia, se cercherà di mantenersi sempre aperta e accogliente nei loro confronti!
4. Carissimi fratelli e sorelle, durante la Quaresima, aiutati dalla Parola di Dio, riflettiamo su quanto sia importante che ogni Comunità accompagni con amorevole comprensione quanti invecchiano. Occorre, inoltre, abituarsi a pensare con fiducia al mistero della morte, perché l’incontro definitivo con Dio avvenga in un clima di pace interiore, nella consapevolezza che ad accoglierci è Colui “che ci ha tessuto nel seno materno” (cfr Sal 139,13b) e ci ha voluti “a sua immagine e somiglianza” (cfr Gn l, 26).
Maria, nostra guida nell’itinerario quaresimale, conduca tutti i credenti, specialmente gli anziani, a una conoscenza sempre più profonda di Cristo morto e risorto, che è la ragione ultima della nostra esistenza.
Lei, la fedele serva del suo divin Figlio, insieme con i Santi Anna e Gioacchino, interceda per ciascuno di noi “adesso e nell’ ora della nostra morte”.
A tutti la mia Benedizione!