Messaggio di Giovanni Paolo II per la Quaresima 1988

Messaggio di Giovanni Paolo II per la Quaresima 1988

=”2″>In questo modo, cari Fratelli e Sorelle in Cristo, risplenderà la vostra carità: “Così gli uomini vedano le vostre opere buone e diano gloria al vostro Padre, che è nei cieli”. (cf. Mt 5,16).

Durante questa Quaresima, sull´esempio di Maria che accompagnò fedelmente suo Figlio fino alla Croce, si rafforzi la nostra fedeltà al Signore e la nostra vita generosa renda testimonianza della nostra obbedienza al suo comandamento!
Vi benedico di tutto cuore, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
 
Dal Vaticano, 23 ottobre 1987

JOANNES PAULUS PP. II

Il Pontificio Consiglio “Cor unum” ha inviato, con lettera datata 23 ottobre 1987 (prot. n. 29478/87), copia del Messaggio che il Santo Padre indirizza alla Chiesa universale in occasione della Quaresima 1988.
Si pubblica il testo del Messaggio, con viva preghiera diportarlo a conoscenza delle comunità cristiane.
 
Cari Fratelli e Sorelle in Cristo!
Nella gioia e nella speranza desidero esortarvi con questo Messaggio quaresimale alla penitenza, che produrrà in voi abbondanti frutti spirituali di più dinamica vita cristiana e di operosa carità.
Il tempo della Quaresima, che segna profondamente la vita di tutte le Comunità cristiane, favorisce lo spirito di raccoglimento, di preghiera e di ascolto della parola di Dio; esso ci incita a rispondere generosamente all´appello del Signore, espresso dal Profeta: «È piuttosto questo il digiuno che voglio: … dividere il pane con l´affamato, introdurre in casa i miseri, senza tetto… Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà; implorerai aiuto ed egli dirà: 'Eccomi!´» (cf. Is 58,6.7.9.).
La Quaresima del 1988 si svolge nel contesto dell´Anno Mariano, all´avvicinarsi del terzo millennio dalla nascita di Gesù, il Salvatore. Contemplando la maternità divina di Maria, che portò nel suo seno il Figlio di Dio e circondò di particolari attenzioni l´infanzia di Gesù, si impone al mio spirito il dramma doloroso di tante madri, le cui gioie e speranze vengono infrante dalla morte precoce dei loro figlioli.
Sì, cari Fratelli e Sorelle, io vi chiedo di riflettere su questo scandalo della mortalità infantile, che miete ogni giorno decine di migliaia di vittime. Ci sono bambini che muoiono prima di venire alla luce, altri non hanno se non una breve e dolorosa esistenza, troncata da malattie che sarebbe pur facile evitare.
Alcuni sondaggi attendibili dimostrano che, nei Paesi più drammaticamente provati dalla povertà, proprio tra i fanciulli si riscontra il più elevato numero di morti dovute ad una disidratazione acuta, ad infezioni parassitarie, all´acqua inquinata, alla fame, alla mancanza di vaccinazione contro le epidemie e, perfino, alla mancanza di affetto.
In tali condizioni di miseria, moltissimi bambini muoiono prematuramente, altri sono colpiti tanto gravemente che ne è compromesso lo sviluppo fisico e psichico, la loro semplice sopravvivenza permane precaria, ed essi stessi sono svantaggiati nel trovare un posto nella società.
Le vittime di questa tragedia sono soprattutto i bambini che nascono in situazioni di povertà determinate troppo spesso da ingiustizie sociali; sono le famiglie, che mancano delle risorse necessarie e che rimangono ferite per sempre dalla morte prematura dei loro piccoli.
Ricordiamo con quanta premura il Signore Gesù ha voluto dimostrarsi solidale con i fanciulli: “Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: '… chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me…’”: egli ordinò: “Lasciate che i bambini vengano a me” (cf. Mt 18, 2.5; 19,14).
In questo tempo liturgico di Quaresima, vi esorto vivamente a lasciarvi afferrare dallo Spirito di Dio, il quale può spezzare le catene dell´egoismo e del peccato. Condividete, in spirito di solidarietà, con coloro che hanno meno di voi. Donate non soltanto quanto è per voi superfluo, ma anche ciò che forse vi è necessario, affinché possiate sostenere generosamente tutte le azioni ed i progetti della vostra Chiesa locale, specialmente quelli tesi ad assicurare un avvenire giusto ai bambini meno protetti.

GIOVANNI PAOLO II

23 Ottobre 1987

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