Il tema dell’84a Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore richiama due aspetti fra loro correlati di notevole suggestione e di grande attualità: il ricordo della figura e dell’opera di Armida Barelli e l’impegno per una cultura popolare.
Tale riflessione ben si inserisce nel cammino che la Chiesa in Italia sta compiendo a partire dalla celebrazione del 4° Convegno Ecclesiale Nazionale (Verona, 16–20 ottobre 2006) e della 45a Settimana Sociale dei Cattolici italiani (Pistoia – Pisa, 18–21 ottobre 2007).
Nella Nota pastorale dell’Episcopato italiano dopo il Convegno scaligero si sottolinea come la Chiesa in Italia continui anche oggi a mostrare il suo tratto più originale: “essere una famiglia aperta a tutti, capace di abbracciare ogni generazione e cultura, ogni vocazione e condizione di vita, di riconoscere con stupore anche in colui che viene da lontano il segno visibile della cattolicità. Appartiene alla nostra tradizione il patrimonio di una fede e di una santità di popolo: un cristianesimo vissuto insieme, significativo in tutte le stagioni dell’esistenza, in comunità radicate nel territorio, capace di plasmare la vita quotidiana delle persone, ma anche gli orientamenti sociali e culturali del Paese. Il carattere popolare del cattolicesimo italiano, ben diverso da un “cristianesimo minimo” o da una “religione civile”, è una ricchezza e una responsabilità che dobbiamo conservare e alimentare facendo brillare davanti alla coscienza di ragazzi e giovani, adolescenti e adulti, la bellezza e la “vivibilità” di una vita ispirata dall’amore di Dio, da cui nessuno è escluso” (“Rigenerati per una speranza viva” (1 Pt 1,3): Testimoni del grande “sì” di Dio all’uomo, n. 20).
Armida Barelli è stata, in questa direzione, una testimone autentica e appassionata del legame tra cultura, Vangelo e popolo di Dio. La sua missione rivolta alle giovani del tempo, chiamate a uscire da un contesto di vita spesso angusto per aderire a una proposta educativa di ampio respiro, capace di renderle più consapevolmente protagoniste nella Chiesa, si è espressa in forme diverse e creative, frutto di una robusta spiritualità unita a un notevole talento organizzativo. La centralità dell’esperienza religiosa caratterizzata da una viva sensibilità sociale fa della Barelli una figura esemplare e degna di aspirare agli onori degli altari.
Non meraviglia, perciò, il rilievo attribuito alla sua opera anche durante i lavori della 45a Settimana Sociale, dove è stato ricordato il suo incontro con Padre Agostino Gemelli e il conseguente impegno per l’Università Cattolica. Negli anni in cui Padre Gemelli e il gruppo di amici che lo circondava diedero vita all’Ateneo del Sacro Cuore, il cattolicesimo italiano alimentò un forte filone di cultura popolare, da cui sono nati molteplici opere. E si deve proprio ad Armida Barelli, co–fondatrice dell’Università Cattolica, l’intuizione di far sostenere l’Università da un rete di sostenitori diffusa sul territorio, mediante la costituzione, avvenuta già nel 1921, dell’Associazione degli Amici. Alla passione della Barelli si deve anche questa Giornata nazionale, che costituisce un’occasione annuale di comunicazione e di sostegno dell’Ateneo.
Riproporre oggi all’attenzione delle Chiese che sono in Italia la figura e l’opera di Armida Barelli non è solo un atto di doveroso omaggio ma può anche offrirci l’occasione per riflettere – in un contesto storico assai mutato – sulla radice e sul senso della cultura popolare e sul rapporto tra università e popolarità. L’Ateneo cattolico ha davanti a sé alcune sfide urgenti e delicate. Ogni istituzione di livello universitario, in Italia e in tutta l’Europa, deve infatti fare fronte a richieste diverse e apparentemente contraddittorie: formare un numero sempre più elevato di giovani, senza mortificare la qualità dell’offerta accademica, garantendo nel contempo una preparazione specialistica di eccellenza agli studenti che dovranno domani assumere compiti direttivi nella società.
L’Università Cattolica è in prima linea nell’affrontare questa sfida e può attingere alla sua storia per elaborare soluzioni efficaci a domande complesse. Questo Ateneo, infatti, è nato come “evento di popolo” e a queste radici non è venuto mai meno. D’altra parte, non rinuncia a progettare percorsi di alta formazione per i giovani che costituiranno la classe dirigente di domani e a proseguire senza sosta nel cammino della ricerca scientifica.
A questo proposito salutiamo con favore la nascita, all’interno dell’Università Cattolica, dei centri di Ateneo interuniversitari, strutture finalizzate all’ideazione, allo sviluppo e alla realizzazione di progetti di ricerca e alla promozione di attività e iniziative di approfondimento e alta divulgazione, in risposta alle principali sfide della nostra epoca. Dedicati ai temi ritenuti di particolare rilevanza strategica – la bioetica, la famiglia, la dottrina sociale della Chiesa, la solidarietà internazionale – essi offrono un prezioso e peculiare contributo al “progetto culturale orientato in senso cristiano”, tratto qualificante della proposta pastorale della Chiesa in Italia.
E perciò centrale, in questa Giornata, il collegamento tra storia e futuro: infatti, l’Università Cattolica del Sacro Cuore caratterizza il suo servizio alla Chiesa e al Paese nell’essere luogo di formazione e di preparazione professionale e, allo stesso tempo, esperienza educativa per migliaia di giovani ai quali offre non solo una ricca proposta didattica, ma anche accoglienza e ospitalità nei collegi universitari, nati per permettere anche a chi viene dai luoghi più lontani di sperimentare il dialogo culturale in un contesto di serietà e serenità. Anche per questa ragione, le Chiese che sono in Italia sono invitate a valorizzare la Giornata, come occasione per sensibilizzare le comunità sull’importanza e sui bisogni concreti di questa preziosa e peculiare istituzione accademica.
Roma, 10 marzo 2008
La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana