Il Pontificio Consiglio «Cor Unum», con lettera n. 17374/79 del 14 dicembre 1979, trasmetteva ai Presidenti delle Conferenze Episcopali il testo del seguente Messaggio, che il Santo Padre ha indirizzato alla Chiesa universale in occasione della Quaresima 1980.
Ogni anno, all'inizio della Quaresima, il Papa si rivolge a tutti i membri della Chiesa, per incoraggiarli a vivere bene questo tempo che ci è offerto per prepararci ad una vera liberazione.
Lo spirito di penitenza e la sua pratica ci stimolano a distaccarci sinceramente da tutto ciò che possediamo di superfluo, e talvolta anche di necessario, e che ci impedisce di essere veramente ciò che Dio vuole che noi siamo: «Dove è il tuo tesoro, là è il tuo cuore» (Mt 6, 21). Il nostro cuore è aggrappato alle ricchezze materiali? al potere sugli altri? ad egoistiche sottigliezze di dominio? Allora, abbiamo bisogno del Cristo Liberatore che, se noi lo vogliamo, può scioglierci da questi legami di peccato che ci ostacolano.
Prepariamoci a lasciarci arricchire dalla grazia della risurrezione liberandoci di ogni falso tesoro: quei beni materiali che non ci sono necessari sovente, per milioni di esseri umani, costituiscono le condizioni essenziali di sopravvivenza. Ma centinaia di milioni di uomini, oltre al minimo necessario alla loro sussistenza, attendono da noi che li aiutiamo a darsi i mezzi indispensabili per la loro promozione umana integrale, come pure per lo sviluppo economico e culturale dei loro paesi.
Ma le dichiarazioni di buona intenzione od un semplice dono non sono sufficienti per mutare il cuore dell'uomo; è necessaria quella conversione dello spirito che ci spinge, nell'incontro dei cuori, a condividere la nostra vita coi più svantaggiati delle nostre società, con coloro che sono privati di tutto, talvolta perfino della loro dignità di uomini e di donne, di giovani o di fanciulli, con tutti i profughi del mondo, che non possono più vivere nella terra dei loro antenati e devono abbandonare la loro patria.
E' qui che incontriamo e viviamo più intimamente il mistero delle sofferenze e della morte redentrice del Signore. La vera compartecipazione, che è incontro con gli altri, ci aiuta a liberarci da quei legami che ci rendono schiavi e, poiché dobbiamo vedere nel prossimo i nostri fratelli e le nostre sorelle, ci fa anche riscoprire che siamo tutti figli dello stesso Padre, «eredi di Dio e coeredi di Cristo» (Rm 8, 17), del quale possediamo le ricchezze incorruttibili.
Pertanto, vi esorto a corrispondere generosamente agli appelli che, durante la Quaresima, saranno lanciati dai vostri Vescovi personalmente o per mezzo dei responsabili delle Campagne per il reciproco aiuto. Voi sarete i primi a beneficiarne, perché in tal modo vi metterete sul cammino dell'unica autentica liberazione. I vostri sforzi, uniti a quelli di tutti i battezzati, testimonieranno la carità di Cristo e costruiranno così quella «civiltà dell'amore», che, coscientemente o no, questo nostro mondo, straziato dai conflitti e dalle ingiustizie e deluso perché non incontra dei veri testimoni dell'amore di Dio, desidera.
Vi benedico nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.