Messaggio del Santo Padre per la Quaresima 1979

Messaggio del Santo Padre per la Quaresima 1979

Con lettera n. 15057/79 dell'11 gennaio 1979 il Pontificio Consiglio «Cor Unum» trasmetteva ai Presidenti delle Conferenze Episcopali il testo del seguente Messaggio, che il Santo Padre ha indirizzato alla Chiesa Universale, in occasione della Quaresima 1979.

Diletti figli e figlie,
voi vi domandate: «Che cos'è diventata la Quaresima?». Voi ritenete che la rinuncia assai relativa al cibo non significa gran che, quando tanti dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, vittime di guerre o di catastrofi, soffrono molto, fisicamente e moralmente.
Il digiuno riguarda l'ascesi personale, sempre necessaria, ma la Chiesa chiede ai battezzati di caratterizzare anche in altro modo questo tempo liturgico. La Quaresima ha infatti per noi un preciso significato: deve manifestare agli occhi del mondo che l'intero popolo di Dio, perché peccatore, si prepara nella penitenza a rivivere liturgicamente la passione, la morte e la risurrezione di Cristo. Questa testimonianza pubblica e collettiva ha la propria sorgente nello spirito di penitenza di ciascuno di noi e ci induce altresì ad approfondire interiormente tale comportamento ed a meglio motivarlo.
Rinunciare non significa soltanto donare il superfluo, ma talvolta anche il necessario, come la vedova del Vangelo, la quale sapeva che il proprio obolo era già un dono ricevuto da Dio. Rinunciare significa liberarsi dalla schiavitù di una civiltà che ci spinge sempre più alla comodità ed al consumo, senza alcuna preoccupazione nemmeno per la conservazione del nostro ambiente, patrimonio comune dell'umanità.
Le vostre comunità ecclesiali vi invitano a prender parte a «Campagne di Quaresima», esse vi aiutano anche ad orientare l'esercizio del vostro spirito di penitenza, condividendo ciò che possedete con quanti hanno meno o niente.
Restate forse ancora inoperosi perché nessuno vi ha invitato a lavorare? Al cantiere della carità cristiana mancano operai; la Chiesa vi chiama. Non aspettate che sia troppo tardi per soccorrere Cristo che è in prigione o senza vestiti, Cristo che è perseguitato o rifugiato, Cristo che ha fame o è senza casa. Aiutate i nostri fratelli e le nostre sorelle che mancano del minimo necessario per uscire da condizioni disumane ed entrare in un'autentica promozione umana.
A voi tutti che siete decisi di dare questa testimonianza evangelica di penitenza e di solidarietà, la mia benedizione nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

GIOVANNI PAOLO II

11 Gennaio 1979

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