In questi giorni le autorità scolastiche hanno provveduto a dare alle famiglie e agli alunni le indicazioni necessarie sia per compiere le iscrizioni al prossimo anno scolastico sia perché possano scegliere se avvalersi o non avvalersi dell´insegnamento della religione cattolica.
La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana considera questo momento molto importante per gli studenti, per le famiglie, per la stessa scuola ed il nostro Paese, e crede di dover esplicitamente riaffermare quanto già dichiarato il giorno della firma dell´Accordo di revisione del Concordato, quando riconosceva in esso la premessa « per una ampia e cordiale collaborazione a sostegno dei diritti fondamentali della persona umana, della famiglia, del bene comune e del progresso morale e civile di un popolo, per il quale i Vescovi e le loro Chiese particolari continueranno a spendere le migliori energie nel nome e con la libertà del Vangelo » (Dichiarazione della Presidenza CEI, 18 febbraio 1984).
La Presidenza della C.E.I. rivolge anzitutto un saluto e un augurio agli studenti, in questi giorni in attesa di conoscere i risultati scolastici delle loro fatiche o alla vigilia degli esami.
Agli studenti che si iscrivono alla scuola secondaria superiore tocca per la prima volta, certamente in dialogo coi propri genitori, compiere personalmente una scelta che riguarda l´arricchimento del loro pensiero, le domande fondamentali dell´esistenza, la loro stessa vita. Secondo una norma di legge che sta per essere approvata dal Parlamento, toccherà infatti ai giovani esercitare il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi dell´insegnamento religioso, mentre i genitori, sottoscrivendo la domanda di iscrizione. si riconosceranno corresponsabili nelle scelte dei figli.
A nome dei Vescovi italiani, la Presidenza rivolge un saluto alle famiglie, a quelle che hanno figli in età adolescente e giovanile e a quelle che iscrivono i figli alla scuola materna e alla scuola dell´obbligo. A tutte rivolge un invito, con calore e stima, a sviluppare dialogo costruttivo coi propri figli, con amicizia e insieme con affettuosa autorevolezza. E´ questa una circostanza preziosa per favorire nei figli crescente capacità di giudizio e approfondimento consapevole dei valori religiosi che appartengono ad un grande patrimonio storico e spirituale.
I Vescovi rivolgono pure un saluto e un augurio fiducioso alle autorità scolastiche, agli insegnanti e al personale amministrativo delle scuole dello Stato nonché delle numerose scuole amministrate dai Comuni italiani. Sono consapevoli dell´aggiornamento, della fatica e della disponibilità che a tutti la nuova disciplina richiede per un sereno avvio dell´anno scolastico.
Alle educatrici ed educatori delle scuole materne in particolare, ai maestri delle scuole elementari sia permesso rivolgere un vivo incoraggiamento: con l´insegnamento della religione cattolica non vengono imposti loro nuovi e gravosi oneri, viene invece nobilitato quanto già essi stanno facendo.
A tutti gli insegnanti, i Vescovi italiani ricordano il grande valore formativo ed educativo loro affidato, per aiutare gli alunni a crescere in una « libertà che non può essere disimpegno e che matura invece con la ricerca coraggiosa della verità » (Dichiarazione della Presidenza CEI, 18 febbraio 1984).
Purtroppo, da alcune parti si invitano alunni e famiglie a non esercitare il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi dell´insegnamento della religione cattolica. I Vescovi considerano questo atteggiamento del tutto contrario alla ispirazione che ha guidato le Parti, ossia la Santa Sede e il Governo italiano con il voto del Parlamento, nella revisione e modificazione consensuale del Concordato lateranense; e lo ritengono contrario anche a quello spirito di secolare saggezza del popolo italiano, che vede nella libertà, sancita dalla Costituzione, un prezioso strumento di crescita e sviluppo della dignità della persona umana in tutte le sue dimensioni, sociali e spirituali, non già una occasione di prevenute e strumentali paure.
L´astensione è comunque una scelta negativa sul piano della cultura e della educazione morale e civica, che non può non avere riflessi, ora e in futuro, anche su altre scelte che qualificano le persone e il cittadino. E se fosse ispirata a diffidenza o ad opposizione calcolata contro i valori della religione cattolica, essa sarebbe palesemente contraria alla cultura e alla storia del popolo italiano.
I Vescovi esortano dunque ad una scelta positiva che faccia onore alla dignità della persona umana, alla migliore tradizione della famiglia italiana e alla crescita del patrimonio di valori morali e spirituali senza i quali non potrebbe progredire la comunità civile e politica che quarant´anni or sono ha saputo darsi nuove basi in Italia.
I Vescovi ritengono che questo augurio e questa esortazione rientri nel loro dovere di Pastori e di Educatori del popolo loro affidato, e di Maestri di quella fede cattolica che nobilita la mente e riscalda il cuore e a cui può sempre attingere ogni aspirazione autentica di libertà, di umanità e di cultura.
Roma, 11 giugno 1986
UGO Card. POLETTI
Presidente della C.E.I.