Il documento della Conferenza Episcopale Italiana “La formazione dei presbiteri nella Chiesa italiana – Orientamenti e norme” fu approvato dalla XVI Assemblea Generale nel maggio 1979 e fu pubblicato con la “recognitio” della Santa Sede per un sessennio il 19 aprile 1980.
Successivamente, in data 31 maggio 1989, la Congregazione per il Clero concesse una proroga fino al 1992, suggerendo di rivedere, nel frattempo, il testo alla luce del magistero e del Codice di diritto canonico.
La Commissione Episcopale per il Clero, segnalando al Consiglio Episcopale Permanente l´esigenza di aggiornare il documento, ha ravvisato, anzitutto, la necessità di coinvolgere tutti i Rettori dei seminari d’Italia e poi un ristretto “gruppo di lavoro”, formato da rettori del Nord, Centro e Sud, per conoscere la reale situazione delle comunità seminaristiche e i problemi più urgenti da affrontare nella prospettiva di un aggiornamento di “Orientamenti e Norme”.
Attraverso questo lavoro preliminare la Commissione Episcopale ha potuto constatare che il documento mantiene sostanzialmente la sua validità e continua a riscuotere grande favore da parte delle équipes di educatori dei seminari; ha potuto altresì sottolineare le urgenze e le attese dei seminari d’Italia e il senso di un eventuale intervento, che è stato identificato in una “Nota” aggiuntiva al documento esistente, a carattere prevalentemente pedagogico, che intende essere propositiva e propedeutica alla futura riedizione aggiornata di “Orientamenti e norme”.
La Commissione, alla luce di tali considerazioni affrontando alcuni problemi reali nell’oggi dei seminari d´Italia e individuando corsi formativi, ha preparato una “Nota” dal titolo “Linee comuni per la vita dei nostri seminari” e l’ha presentata all´esame del Consiglio Permanente del 18-21 gennaio 1999. In quella circostanza, il Presidente della Commissione Episcopale per il Clero, Mons. Enrico Masseroni, Arcivescovo di Vercelli, ha illustrato i contenuti e gli intendimenti del documento.
Il Consiglio Permanente ha approvato la “Nota”, demandando alla Commissione di integrarla secondo le osservazioni e i suggerimenti emersi dalla discussione e di pubblicarla a proprio nome, con l’impegno di procedere, nel frattempo, alla revisione di “Orientamenti e norme”, non appena si potranno valutare e utilizzare anche i risultati della sperimentazione della “Nota” stessa.