In occasione del nuovo anno scolastico 1997-98
In occasione del nuovo anno scolastico 1997-98
mondo giovanile, alle comunità cristiane affidiamo il compito di formulare proposte concrete di collaborazione tra pastorale giovanile e pastor-ale della scuola per accompagnare il cammino formativo dei bambini, dei ragazzi e dei giovani e creare per loro occasioni di aggregazione, capaci di rendere il tempo scolastico un tempo di crescita e di maturazione intellettuale e spirituale.
La scuola viene riformata attraverso disposizioni normative, ma ha bisogno soprattutto di persone disponibili e corresponsabili nell'attuare creativamente un autentico progetto educativo.
Roma, 9 settembre 1997
LA PRESIDENZA
della Conferenza Episcopale Italiana
MESSAGGIO DELLA PRESIDENZA DELLA C.E.I.
La responsabilità dei cristiani per la scuola
Il nuovo anno scolastico prende l'avvio in un momento segnato da cambiamenti istituzionali e dal dibattito sulle riforme della scuola italiana.
La responsabilità che noi Vescovi avvertiamo nei confronti dell'annuncio evangelico e della sua testimonianza per l'uomo di oggi, ci chiama ad offrire il contributo di riflessione e un messaggio di incoraggiamento per tutti coloro che operano all'interno della realtà scolastica. Il progetto culturale orientato in senso cristiano, elaborato e promosso dalle comunità cristiane in Italia, intende promuovere e sostenere l'apporto qualificato dei cattolici alla vita morale, sociale e civile del Paese, a partire anche dal mondo della scuola che è uno degli ambiti privilegiati in cui tale apporto può immediatamente attuarsi.
Quali sono le nuove responsabilità richieste a quanti operano nella scuola ? Quale la responsabilità cristiana ?
Si tratta di porsi, in primo luogo, di fronte ai cambiamenti con serenità e fiducia. In un contesto di profonde trasformazioni occorre assumere un atteggiamento attento e di maturo discernimento, lontano dalle tentazioni tanto dell'ideologia quanto di una insostenibile “neutralità” educativa. Al contrario, occorre saper dialogare in modo critico e costruttivo, accettando le dinamiche, talora difficili, di un cammino nel quale anche le differenze possano contribuire a promuovere la persona nella sua integrità e la comunione rispettosa tra le persone.
La risposta peculiare dei cristiani alle sfide formative emergenti non può ridursi alla semplice affermazione astratta di valori e principi o alla rivendicazione del loro riconoscimento nel dettato legislativo; bensì deve tradursi nella testimonianza di persone che mostrano nella concretezza della loro vita l'autenticità dei valori che annunciano.
Un grande impegno attende, dunque, anche le comunità cristiane che devono riscoprire il loro rapporto corretto e fiducioso con la scuola. Di fronte ai cambiamenti che si preannunciano, le comunità cristiane possono e devono esprimere e testimoniare le ragioni fondanti di un rinnovato impegno educativo e professionale, per maturare una più attenta sensibilità ai doveri della partecipazione e alle relazioni tra i vari soggetti che animano la comunità scolastica.
Agli insegnanti esprimiamo il nostro cordiale ringraziamento per il servizio svolto, anche in condizioni di incertezza e di disagio. Le associazioni ecclesiali e professionali di categoria – con il sostegno che la comunità cristiana deve offrire loro sotto il profilo intellettuale, morale ed apostolico – possono svolgere un ruolo determinante anche a livello sociale e civile.
Comprendiamo e condividiamo le ansie educative dei genitori in rapporto alla scuola, data la loro primaria e naturale responsabilità formativa. Il dialogo tra la famiglia e l'istituzione scolastica deve realizzarsi secondo il principio di sussidiarietà e nel rispetto della diversità dei compiti e delle responsabilità. E' auspicabile che i nuovi organismi collegiali della scuola garantiscano gli strumenti di una giusta cooperazione tra la famiglia, la scuola e le altre agenzie educative.
Un augurio del tutto particolare rivolgiamo agli studenti perché nella scuola siano non solo oggetto delle attenzioni educative ma soggetti attivi e partecipi, capaci di esprimere le proprie aspettative, protagonisti del dialogo educativo.
Se alla scuola chiediamo di accogliere i valori e le attese profonde del
PRESIDENZA DELLA CEI
09 Settembre 1997