MESSAGGIO DELLA PRESIDENZA
AI CONFRATELLI NELL’EPISCOPATO
E ALLE LORO COMUNITÀ DIOCESANE
L'annuale Giornata del Ringraziamento, che ricorre il prossimo 12 novembre, intende celebrare la «riconoscenza che noi dobbiamo alla Provvidenza, la quale dà alla terra la fecondità, che il lavoro, e quello agricolo specialmente, sa rendere provvida per la nostra vita» (PAOLO VI, Angelus del 13 novembre 1977).
L'iniziativa ha carattere essenzialmente religioso; conserva, tuttavia soprattutto nelle parrocchie rurali, un carattere sociale e comunitario di festa. «Quale serenità, quale socialità, quale amore ai fratelli e alle cose, alla loro onesta e benefica utilità, nascono da tale coscienza di gratitudine che noi dobbiamo al Padre nostro che sta nei cieli» (ibidem).
Le vicende eccezionali liete e tristi, che abbiamo vissuto quest'anno, ci hanno richiamato, spesso con drammatica violenza, a ciò che urgentemente appare necessario recuperare: il senso religioso della vita e dell'attività umana.
La Giornata del Ringraziamento è un momento felice e fecondo di preghiera, di riflessione e di incontro per i lavoratori dei diversi ambienti e dei vari settori produttivi. «Un'alleanza è così resa evidente e messa in onore, l'alleanza della terra e dell'uomo, la quale, mediante il lavoro e l'orazione, “ora et labora”, ci rivela l'economia della divina Sapienza per il pane, per il benessere, per il progresso dell'umana famiglia» (ibidem).
La riflessione non può dimenticare che «il lavoro umano, svolto per produrre e scambiare beni e per mettere a disposizione servizi economici, è di valore superiore agli elementi della vita economica, perché questi hanno solo natura di mezzo. Tale lavoro infatti, sia svolto indipendentemente che subordinatamente da altri, procede immediatamente dalla persona la quale imprime nella natura quasi il suo sigillo e la sottomette alla sua volontà» (G.S., 67).
L'invito che rivolgiamo alle comunità ecclesiali per la celebrazione della Giornata del Ringraziamento vuole costituire perciò una testimonianza di apprezzamento e di fiducia verso i lavoratori e l'occasione per ribadire l'impegno comune e solidale per una rinnovata evangelizzazione e promozione umana del mondo del lavoro.
A tale nuovo slancio missionario è affidata la speranza del «supplemento d'anima», che il Papa Giovanni Paolo I ha indicato come la più grande esigenza ed urgenza del nostro tempo.
Roma, 30 settembre 1978
PRESIDENZA DELLA CEI