La suddetta sentenza, pronunciata il 1° febbraio 2005, ha condannato padre D’Ascanio per gravi delitti contro il sesto comandamento del decalogo implicanti anche la confessione sacramentale e l’abuso della potestà ecclesiastica con dominio delle coscienze.
Il Tribunale ha irrogato nel confronti del reo le seguenti sanzioni canoniche:
1. Obbligo di residenza in una casa dell’Ordine dei Cappuccini determinata dal Ministro Generale dell’Ordine – escluso il territorio di Abruzzo e Lazio – con divieto di uscire dai confini della diocesi di dimora senza il permesso dell’Ordinario del luogo.
2. Interdizione dai rapporti di qualsiasi genere – anche solo epistolari, telefonici, telematici, ecc. – con i membri dell’Associazione “L’Armata Bianca” e di altre associazioni similari.
3. Revoca della facoltà di ascoltare le confessioni sacramentali.
4. Divieto della celebrazione pubblica della SS.ma Eucaristia, di ogni Sacramento e Liturgia della Parola.
5. Proibizione della predicazione e delle funzioni di “guida spirituale”.
SEGRETERIA GENERALE