Interprete dell'Episcopato e delle comunità cristiane, la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana esprime innanzi tutto un commosso pensiero di partecipazione al dolore immenso della famiglia Moro. Chiede per la consorte e per i figli quel conforto, che solo il Signore può dare di fronte a tanta violenza degli uomini.
Il nostro pensiero si estende a quanti hanno avuto con Aldo Moro particolare consuetudine di vita e di lavoro, nel perseguimento di comuni ideali, e sono impegnati a servirli con la medesima dedizione.
Nulla è valso a fermare l'odio. Non il rispetto dovuto alla vita e agli umani sentimenti. Non la statura morale e cristiana di Aldo Moro, instancabile e saggio servitore del prossimo, servo buono e fedele. Non l'affannosa ricerca di soluzioni meditate, né la disponibilità di mediazioni umanitarie. Non la supplica, accorata e umile, che il Santo Padre ha rivolto nel nome supremo di Cristo, per un vero progresso sociale, non macchiato di sangue innocente, né tormentato da superfluo dolore.
Di fronte alla prova del momento, che evoca il pianto di tante altre famiglie vittime della sopraffazione e che aggrava le comuni preoccupazioni, i cristiani vogliano raccogliersi in preghiera, sappiano comprendere e risvegliare, per se stessi e per tutti, l'impegno della solidarietà, della corresponsabilità, della speranza. Non ci sono altre strade, al di fuori di quella che domanda di edificare su un amore fraterno incondizionato e sicuro. Né il nostro tempo può sopportare ulteriori incertezze.
Preghiamo, in particolare, per i responsabili della vita pubblica, perché in un'ora così delicata e impegnativa, sappiano ispirare la loro azione agli autentici valori della fraternità e della pace.
Imploriamo insieme anche la misericordia del Signore su queste tragiche situazioni della nostra convivenza e a Lui chiediamo di saper trarre dal sacrificio e dal dolore la forza di una perseverante testimonianza di resurrezione.
PRESIDENZA DELLA CEI