Con riferimento al comunicato del Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana ed ai telegrammi da essa indirizzati ai Presidenti del Parlamento nei giorni scorsi, la Presidenza rivendica la libertà di espressione che è «propria della Chiesa… come autorità spirituale fondata da Cristo Signore» (cfr. Dignitatis Humanae, 13); la rivendica anche in quanto la Chiesa « è una comunità di esseri umani che hanno il diritto di vivere nella società civile secondo i precetti della fede cristiana» (ib.), per cui ai Vescovi ed ai fedeli compete almeno la stessa libertà di espressione, abusivamente contestata, ma sancita per tutti i cittadini dalla nostra Costituzione (cfr. Art. 2. 19. 50), e radicata nei fondamentali e indelebili diritti dell'uomo.
Di fronte all'approvazione della legge sull'aborto da parte della Camera dei Deputati, la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana rende manifesta la profonda sofferenza per questo avvenimento assai doloroso nella nostra storia e nella vita nazionale. Esso, se convalidato dal Senato, verrebbe ad inserirsi, in un contesto già tanto difficile, non solo per motivi economici e politici, ma ancor più di rilevanza sociale e morale, per il crescente deprezzamento della vita umana, insidiata ormai in diversi modi ed in varie direzioni. La nuova legge sull'aborto verrebbe ad aggravare tale situazione con la forza di una norma e di una pedagogia negativa e deprimente, gravida di preoccupanti conseguenze.
Per queste ragioni i Vescovi sentono il dovere di ricordare a tutti i credenti che nessuna legge positiva può cancellare il valore morale delle azioni umane e che pertanto, davanti a Dio ed alla coscienza illuminata, l'aborto procurato non perde il suo carattere di gravissima colpa perché infrazione di una legge scritta nel cuore dell'uomo e confermata dal Vangelo.
A tutti coloro che intendono rimanere fedeli alla coscienza umana e cristiana, i Vescovi rivolgono l'invito e richiamano l'impegno di difendere e di promuovere la vita umana in tutte le fasi della sua esistenza, non esclusa la incipiente e la completa evoluzione del nascituro.
Fanno pure presente l'obbligo di favorire ogni iniziativa di prevenzione, di aiuto, e di accoglienza, perché la nuova vita possa seguire il corso naturale del suo sviluppo, senza qualsiasi procurata e diretta interruzione.
I Vescovi dicono infine ammirazione e riconoscenza per quelle madri che non senza sacrificio ma con tanto amore preparano la gioia di una nuova creatura (cfr. jo 16, 21). Tutti coloro che danno concreta collaborazione a tale scopo, compiono opera costruttiva ed elevante, in coerenza con i principi dell'etica e della morale ed in autentica aderenza alle migliori espressioni della nostra storia ed alle esigenze di un valido servizio alla genuina civiltà.
LA PRESIDENZA DELLA C.E.I.
per mandato del Consiglio Permanente
PRESIDENZA DELLA CEI