1. – L'Editrice «Cittadella» della Pro Civitate Christiana di Assisi ha pubblicato e messo in distribuzione un volume del P. Pietro Brugnoli dal titolo «Preghiere eucaristiche di una Chiesa in cammino».
L'Autore compone e raccoglie sotto varie tematiche ben 30 «Preghiere eucaristiche o Anafore», intenzionalmente predisposte per l'uso liturgico.
Egli, infatti, pubblicandole, intende «rendere un servizio utile a molte comunità di base, anche parrocchiali e religiose, che si trovano alla ricerca di forme di preghiera più rispondenti, nei contenuti e nel linguaggio, a quella che è la loro maturazione di vita».
Di fronte a queste asserite finalità, e nella obiettiva considerazione di ciò che le suddette Preghiere eucaristiche contengono, non possiamo esimerci dal dovere di deplorare pubblicamente la grave infrazione disciplinare di una pubblicazione a scopo liturgico che, priva delle debite approvazioni, è destinata a seminare confusione e arbitrarietà in un settore estremamente importante della vita della Chiesa.
2. – E', infatti, noto che le Preghiere eucaristiche, in modo ancora pm pressante che tutti gli altri testi liturgici, richiedono l'esame e il consenso delle rispettive Conferenze Episcopali ed esigono inoltre l'approvazione speciale, riservata alla Sede Apostolica.
Le Preghiere eucaristiche del volume citato, non solo mancano della necessaria revisione e approvazione, ma contengono un fondo dottrinale non ammissibile, non rispettano la struttura essenziale del «Canone», alterano talvolta le stesse parole della Consacrazione.
Adoperandole, come si invita a fare, nel momento più alto e significativo della Messa, che realizza ed esprime l'unità della Chiesa, esse infrangono quella stessa comunione in Cristo e coi fratelli, che non può sussistere se non nella verità e nella carità.
3. – Siamo perciò in dovere di dichiarare gravemente illecito l'uso di tali Preghiere eucaristiche nella celebrazione della S. Messa, per qualunque gruppo o comunità che voglia essere in vera e autentica comunione di Chiesa.
Parimenti, deploriamo la pubblicazione e la diffusione del volume stesso, che può diventare suasivo invito e facile sussidio ad arbitrarie realizzazioni.
4. – Giova ricordare in proposito, anche per altre formulazioni di Preghiere eucaristiche e abusi liturgici che si vanno diffondendo, quanto il Concilio Vaticano II stabiliva in modo chiaro e preciso: «Regolare la sacra Liturgia compete unicamente all'autorità della Chiesa, che risiede nella Sede Apostolica e, a norma del diritto, nel Vescovo» (Sacrosanctum Concilium, 22).
Del resto la riforma liturgica, rimanendo fedele alle prescrizioni del Concilio, ha provveduto ai necessari coordinamenti e ha introdotto notevoli innovazioni, indicando poi nella «Institutio generalis Missalis Romani» i momenti nei quali è possibile e auspicabile l'intervento del sacerdote o della comunità per adeguate scelte particolari e adattamenti.
5. – La Sacra Congregazione per il Culto Divino, con lettera circolare «Eucharistiae partecipationem» del 27 aprile 1973, prescriveva in precisi termini: «Rimangono attualmente in vigore le quattro Preghiere eucaristiche del nuovo Messale Romano; non se ne può usare nessun'altra, eventualmente composta senza l'autorizzazione della Sede Apostolica o da essa non approvata. Si rivolge poi un calda preghiera alle Conferenze Episcopali e ai Vescovi, perché con i mezzi ritenuti più idonei allo scopo, convincano saggiamente i sacerdoti a osservare la disciplina unitaria della Chiesa Romana: cosa che gioverà al bene della Chiesa e al retto ordinamento della celebrazione liturgica» (n. 6).
Né va dimenticato il motivo ecclesiale di tali severe prescrizioni.
«Nella celebrazione della Eucaristia – dice ancora la citata lettera – si rappresenta e si effettua l'unità dei fedeli che formano un solo corpo in Cristo e la celebrazione della Messa è già in se stessa una professione di fede nella quale tutta la Chiesa si riconosce e si esprime.
Tutto questo appare evidente nella “Prece eucaristica”, perché in essa non è soltanto una persona privata o una comunità locale che si rivolge a Dio, ma la sola e unica Chiesa cattolica, presente in tutte le Chiese particolari» (n. 11).
6. – Nutriamo fiducia, perciò, che sacerdoti e fedeli vogliano guardarsi dal seguire, con irresponsabile superficialità, forme devianti dalla preghiera e dalla fede della Chiesa; e vogliano piuttosto penetrare più a fondo e partecipare più vivamente al rinnovato tesoro liturgico che, nella luce dello Spirito Santo, la Chiesa stessa ci mette di continuo a disposizione.
Roma, 30 luglio 1975.