“Da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale missionaria”: il tema affrontato venerdì 19 settembre da Mons. Galantino alla tre giorni dell’Arcidiocesi di Camerino – San Severino Marche (ore 17.30, presso il Chiostro di San Domenico) costituisce un’occasione di rilettura dell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium.
“Il Papa – sottolinea il Segretario generale – ci riporta alla novità di quanto sta accadendo e nel contempo ci invita ad affrontare questo nostro tempo con la freschezza sempre nuova dell’esperienza cristiana”.
Nella prima parte del suo intervento, Mons. Galantino ha descritto come, “al pari delle società europee, anche la nostra abbia assunto ormai una figura sempre più plurale e complessa. Ce ne accorgiamo anche solo riflettendo su ciò che emerge relativamente al senso dell’umano: la convinzione, diffusa nel modo di vivere prima ancora che nell’elaborazione teorica, è che in fondo non si possa neppure dire che cosa significhi essere uomo e donna”.
Un tale “contesto di postmodernità” – ha aggiunto – si rivela “gravido di sfide e di domande di senso anche per la fede”, che domanda, innanzitutto, di superare “una nostalgia di un passato idealizzato, rispetto al quale il confronto con il presente rischia di essere motivo di amarezza, di chiusura, di un cammino intrapreso con lo sguardo rivolto al passato”.
La proposta delineata da Papa Francesco, ha quindi argomentato il Segretario generale, “domanda quella fiducia del cuore e della mente che impedisce lasciarsi prendere da un pessimismo sterile; domanda lo sguardo di chi riconosce come nei deserti della società ci siano molti segni della “sete di Dio”, rispetto ai quali c’è bisogno di persone di speranza, “persone-anfore per dare da bere agli altri”; domanda, soprattutto, un improrogabile rinnovamento ecclesiale, che passa dal far crescere la coscienza dell’identità e della missione del laico nella Chiesa”.
“Il Papa non smette di scuoterci, additandoci la via della missione, perché la sappiamo affrontare con quel vigore che trova il suo volto più autentico nello stile della gioia”, ha concluso Mons. Galantino: “È la gioia che nasce dalla consapevolezza di quanto gratuitamente ci è stato dato; è la gioia che si fa carità, desiderio di condividere con gli altri quanto di più prezioso abbiamo ricevuto in dono”.
In allegato, il testo integrale dell’intervento di Mons. Galantino.