Ampia ed articolata è stata la discussione sulla prolusione: numerosi gli interventi che hanno arricchito la riflessione ecclesiale e sociale del Card. Bagnasco. Quanto al momento ecclesiale, da molti è stato rimarcato che la vera questione resta anche oggi quella di Dio, incrociando però una inedita condizione antropologica. Infatti, la cultura odierna lascia frequentemente emergere una riduzione dell’umano e proprio per questo esige di essere aperta all’incontro rigenerante con il Vangelo. Sta qui la sfida educativa che si intende raccogliere in modo consapevole e ancor più determinato per continuare a declinare l’evangelizzazione dentro il mondo contemporaneo. Non mancano, peraltro, accanto a motivi di preoccupazione, segnali di attenzione da parte della gente, così come si intuisce soprattutto nelle parrocchie che restano – insieme ad associazioni e movimenti – luoghi in cui intercettare i bisogni profondi e le domande autentiche. E’ stata sottolineata l’esigenza di una accurata formazione dei futuri presbiteri tale da favorire il discernimento intorno al carisma del celibato, condizione che esprime la paradossale novità del cristianesimo.
Quanto al momento sociale, tutti hanno condiviso la lettura preoccupata del Presidente intorno allo stato del Paese, in particolare per i ricorrenti personalismi che mettono a repentaglio il bene comune. Non si tratta di prendere alcuna distanza dalla politica, ma al contrario una più attenta valutazione della centralità dell’agire politico per gli effetti che ha sulla vita della gente e in vista della soluzione dei problemi concreti. Ciò richiede, tra l’altro, che la comunità cristiana si faccia carico delle persone che intendono scendere in politica per mettersi al servizio del bene comune, sostenendo il loro impegno non solo con l’accompagnamento spirituale, ma anche con opportuni itinerari formativi.