“Il punto sorgivo della presenza sociale e civile dei cattolici: il primato della vita spirituale, quel guardare fermamente al volto di Cristo”, senza il quale “i cristiani sarebbero omologati alla cultura dominante e a interessi particolari”.
Lunedì 17 ottobre, a Todi, invitato dal Forum del mondo del lavoro, il card. Angelo Bagnasco – Arcivescovo di Genova e Presidente della CEI – ribadisce che “la Chiesa non cerca privilegi, né vuole intervenire in ambiti estranei alla sua missione, ma deve poter esercitare liberamente questa sua missione”. I cristiani, infatti, “sono diventati nella società civile massa critica, capace di visione e di reti virtuose, per contribuire al bene comune che è composto di “terra” e di “cielo”.
“La sensibilità e la presenza costante della Chiesa sul versante dell’etica sociale è sotto gli occhi di tutti” ha evidenziato il Cardinale Presidente, facendo riferimento “ai grandi problemi del lavoro, dell’economia, della politica, della solidarietà e della pace: problemi che oggi attanagliano pesantemente persone, famiglie e collettività, specialmente i giovani”.
“La giusta preoccupazione verso questi temi – ha aggiunto – non deve però far perdere di vista la posta in gioco che è forse meno evidente, ma che sta alla base di ogni altra sfida: una specie di metamorfosi antropologica”.
E ha spiegato: “Senza un reale rispetto di questi valori primi, che costituiscono l’etica della vita, è illusorio pensare ad un’etica sociale che vorrebbe promuovere l’uomo ma in realtà lo abbandona nei momenti di maggiore fragilità. Ecco perché nel “corpus” del bene comune non vi è un groviglio di equivalenze valoriali da scegliere a piacimento, ma esiste un ordine e una gerarchia costitutiva”.
“Il bene – ha concluso il Presidente della CEI – è possibile solo nella verità e nella verità intera”.