“Madrid oggi è capitale dei giovani del mondo. E’ una grande felicità stare qui con voi. Che la fiamma dell’amore di Cristo non si spenga mai nei vostri cuori”. Benedetto XVI ha risposto così al dono del pane, del riso, del copricapo, dei fiori con cui i giovani giovedì 18 agosto l’hanno accolto in Piazza de Cibeles. E il successore del pescatore di Galilea ha usato i dialetti delle genti per raggiungere ciascuno con parole diverse da quelle che “servono solamente per intrattenere e passano come il vento”.
Esorta il giovane francese, che porta nel cuore domande e cerca risposte, a “cercare soprattutto la verità, che non è un’idea, un’ideologia o uno slogan, ma una Persona, il Cristo”.
Invita l’inglese a vivere “questi giorni di preghiera, amicizia e celebrazione” avvicinandosi “agli altri e al Signore Gesù”.
Al tedesco confida che “sperimentiamo sempre di nuovo” come sia “Lui che dà veramente senso alla nostra vita”.
All’italiano raccomanda di essere fiero della “vitalità della Chiesa in Italia, delle parrocchie, delle associazioni, dei movimenti”, chiedendogli di “condividere con tutti questa ricchezza”.
Poi alza il capo, quasi a voler abbracciare tutti almeno con lo sguardo, e l’anziano successore di Pietro rivela il segreto della freschezza che non appassisce: “Vi invito a salire fino alla sorgente eterna della vostra giovinezza e a conoscere il protagonista assoluto di questa Giornata Mondiale e, spero, della vostra vita: Cristo Signore”.
E conclude: “La vita in pienezza dimora già nel vostro essere: fatela cresce con la grazia divina, generosamente e senza mediocrità, prendendo in considerazione seriamente la meta della santità”.