L’immenso patrimonio artistico e culturale custodito e reso disponibile dalle diocesi italiane, viene gestito in piena collaborazione con gli enti civili preposti ad analoghe finalità. Ecco perché anche l’Ufficio Nazionale per i beni cullturali ecclesiastici della Cei è stato invitato ad un convegno promosso dall’Istituto centrale del catalogo e della documentazione (Iccd) del Ministero per i beni e le attività culturali (Mibac), per raccontare cos’è e come funziona il nuovo
portale Beweb.
Al convegno, svoltosi a Roma il 16 e 17 gennaio presso il Complesso del San Michele a Ripa, è intervenuto mons. Stefano Russo, Direttore dell’Ufficio, il quale ha spiegato che sono ben 214 su 225 le diocesi che stanno realizzando l’inventariazione dei propri beni culturali.
L’inventario riguarda il patrimonio mobile afferente principalmente alle 25.799 parrocchie italiane. Beni che si trovano collocati prevalentemente nelle oltre 65.000 chiese di proprietà ecclesiastica sparse sul territorio nazionale.
Ad oggi – ha spiegato mons. Russo – sono 93 le diocesi che con le loro equipe specializzate hanno percorso tutto il proprio territorio per la ricognizione e che sono entrate quindi nella fase dell’aggiornamento dell’inventario. Complessivamente il 72% degli enti sottoposti a schedatura sono già stati visitati, in modo che sono ben 3.452.793 i beni già inventariati presenti nella banca dati, e che in Beweb trovano una visibilità pubblica, con la limitazione dell’informazione riguardante la loro collocazione specifica.
I beni ecclesiastici – ha concluso mons. Russo – non si vogliono custodire gelosamente, correndo il rischio di separarli dal patrimonio culturale nazionale, ma si vuole favorire la loro tutela e valorizzazione in modo consapevole e responsabile, aperto alla mondialità, anche attraverso l’ausilio delle moderne tecnologie.