Un milione e ottocento mila giocatori a rischio, di cui ottocento mila ormai patologici, fra cui un numero esorbitante di minorenni; circa ottanta miliardi – quasi il doppio della manovra “salva Italia” del Governo Monti – bruciati nel 2011. Parte da questi dati il card. Angelo Bagnasco, intervenuto venerdì 24 febbraio a Genova a un convegno della Fondazione Antiusura.
“Il gioco d’azzardo – ha detto – è come una piovra che allunga i suoi mortali tentacoli promettendo molto e sradicando moltissimo, non di rado tutto. Quando si bruciano infatti le risorse, inseguendo il miraggio della vincita, resta solo la cenere”.
Il Cardinale Presidente, dopo aver rilevato le dimensioni di quella che ha definito “un’emergenza sociale”, ha ripreso la centralità del compito educativo, che “trova il paradigma e la sorgente nel Signore Gesù” e “ci parla invece della vita come dono e compito, come libertà e responsabilità, che richiede il gusto della fedeltà al lavoro come cifra dell’esistenza comune, il gusto non innanzitutto del guadagno o degli onori, ma la soddisfazione di far bene il proprio dovere”.
Di qui l’appello a politiche di sostegno alla famiglia, affinché “non sia lasciata sola dalla società, né nel compito educativo né nelle sue dinamiche interne che devono trovare – all’occorrenza – delle interlocuzioni appropriate”.
In conclusione, il Card. Bagnasco ha ricordato che “sarà soprattutto una educazione nuova e vera la prevenzione migliore per reagire positivamente non solo alla piaga del gioco d’azzardo, ma ad ogni altro devastante miraggio. Una cultura che sia veicolata dal vissuto della società intera”.