“Vogliamo farci docili alla memoria di coloro che ci hanno preceduto sulla scena dell’esistenza, che con noi la condivisero, e dai quali abbiamo ereditato la vita: essi ci insegnarono le cose che contano”.
Presiedendo l’Eucaristia nella Cattedrale di Genova mercoledì 2 novembre, giorno in cui la Chiesa commemora tutti i defunti, il Card. Angelo Bagnasco, Presidente della CEI, invita alla riflessione: “Se non diamo risposta adeguata all’enigma della morte, come potremo vivere? E anche se i nostri giorni scorreranno l’uno dopo l’altro, forse anche assommando risultati e successi, sarà un vivere veramente?”.
E dopo, aver ricordato che “l’uomo non è un grumo di materia gettato a caso nell’universo, ma è un grumo di cielo che viene acceso nel tempo e l’attraversa veloce verso l’eternità”, conclude: “Senza la luce della fede il presente si ripiega su stesso, l’orizzonte si restringe alla terra e, in fondo, solo l’attimo presente ha valore se ci offre la momentanea coppa della soddisfazione e del successo. Non esisterebbe più il quadro denso della vita terrena, ma solo una cornice vuota che attira su di sé la nostra melanconica attenzione”.