Il fenomeno delle migrazioni, la tutela del Creato, le sfide culturali. Sono questi alcuni ambiti di intervento che richiedono una testimonianza coerente da parte dei cristiani. E soprattutto dei giovani. Lo ha ricordato mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, precisando che “la vita cristiana non può essere concepita come luogo di tranquillo godimento di una verità contemplata e di una spiritualità disincarnata”.
“Il campo di azione del cristiano non è il recinto sicuro delle nostre chiese e dei locali di ministero pastorale, ma piuttosto il terreno più a rischio delle nostre città, della scuola, dell’ambiente di lavoro, delle dimore familiari, del tempo libero, della sofferenza, della politica”, ha scandito il Catechista.
Nel suo intervento, mons. Mogavero ha voluto puntare l’attenzione sulle migrazioni, “considerate nella fase emergenziale che ha contrassegnato questi mesi del 2011, ma soprattutto sulle problematiche connesse con l’integrazione delle diverse tipologie di immigrati”.
“L’accoglienza e il dialogo – ha osservato – sono le due opzioni che consentono di affrontare la questione correttamente e non sotto la pressione di implicanze emotive, che facilmente fanno perdere l’esatta dimensione della problematica”. In questo senso, ha continuato, “credo che come cristiani non possiamo assolutamente accettare una scelta discriminatoria quale quella dei respingimenti perché contraria in modo netto e inequivocabile al messaggio evangelico”. Ai giovani che lo ascoltavano poi il Vescovo ha parlato della questione ambientale che “chiede di risolvere il problema della destinazione e dell’uso dei beni della terra, con particolare attenzione al rispetto delle risorse naturali e all’accesso ad esse”.
“La conversione ecologica – ha detto – rappresenta l’opzione metodologica prioritaria che coinvolge tutti perché si fonda sull’adozione di stili di vita sobri che, salvaguardando le risorse essenziali della terra attraverso un uso saggio e oculato di esse, possono garantire le condizioni minime per una qualità della vita degna dell’uomo, figlio di Dio”.
Mons. Mogavero si è soffermato infine sulle “sfide culturali che il nostro tempo pone alla comunità ecclesiale e che hanno determinato i vescovi italiani a pensare a un progetto culturale ispirato in senso cristiano” che deve essere inteso “non come un nuovo impegno da realizzare, ma piuttosto come un modo di essere della Chiesa in Italia in questo nostro tempo, con riferimento alla crisi indotta anche nel nostro Paese dalla frattura tra fede e cultura”. Per il Catechista infatti “l’inculturazione della fede e l’evangelizzazione delle culture restano due opzioni di fondo che i progetti pastorali delle Chiese particolari dovranno tradurre e attualizzare”.