Devo salutare con sentimenti di vivo apprezzamento tutti voi partecipanti a questo incontro, che dà risalto ad un esempio significativo di lavoro pastorale condiviso; si inserisce infatti in un cammino di integrazione che perdura già da alcuni anni e ora trova occasione di slancio rinnovato nella accoglienza degli Orientamenti pastorali dei Vescovi italiani per il decennio appena avviato .
Mi piace sottolineare come questo vostro Tavolo comune rispecchi bene le indicazioni da cui si è sviluppata una visione integrata della pastorale, poiché, nel rispetto per il carattere diocesano della ecclesialità che si realizza attorno al Vescovo di ogni Chiesa particolare, voi avete cercato di comporre insieme, di integrare, almeno due livelli: i diversi settori pastorali e le diverse comunità ecclesiali, a partire da quelle diocesane, tra loro. Questa considerazione ci permette di evidenziare una caratteristica non solo della vita della Chiesa in generale, ma in particolare di questa esperienza.
E cioè, che un’attività pastorale, una iniziativa, un progetto, non è qualcosa che possa nascere, come si suol dire, a tavolino, ma in un intreccio vitale con l’esperienza. C’è bisogno di pensiero, ma di un pensiero che zampilli dal di dentro dell’esperienza della vita della Chiesa e della sua azione pastorale. Un incontro come questo rappresenta il contesto ideale per svolgere una riflessione che interpreti l’esperienza e la guidi verso nuovi traguardi.