all’indomani delle festività nelle quali ci è stato dato di vivere «l’atmosfera della grazia» del Natale, mentre procede quel «pellegrinaggio del cuore, insieme con Paolo, verso Gesù Cristo» (cfr. Benedetto XVI, Discorso alla Curia Romana, 22 dicembre 2008), e all’inizio ancora del nuovo anno 2009 che, «nel 4° centenario delle prime osservazioni di Galileo Galilei al telescopio», si annuncia ricco di sollecitazioni sul fronte del rapporto tra la fede e la scienza (cfr. Benedetto XVI, Omelia nella solennità dell’Epifania, 6 gennaio 2009), ci ritroviamo per la consueta sessione invernale del Consiglio Permanente della nostra Conferenza Episcopale, avendo all’ordine del giorno una serie di importanti argomenti.
Ma prima desidero dare il più fraterno benvenuto al nuovo Segretario Generale, S.E. Mons. Mariano Crociata, ed esprimergli a nome mio e di tutti la più viva stima e gratitudine per la pronta obbedienza alla scelta del Santo Padre, e per il generoso e puntuale servizio che già in questi primi mesi ha svolto in profonda comunione con la Presidenza. Il nostro pensiero riconoscente ed augurale non può non ritornare a S.E. Mons. Giuseppe Betori, che per non pochi anni ha servito la nostra Conferenza con intelligente dedizione, ed ora svolge il suo ministero come Pastore della Chiesa di Firenze.
Il panorama nel quale ci collochiamo ci appare, rispetto all’ultimo incontro, notevolmente cambiato. Ne prendiamo atto, desiderando procedere nel nuovo scenario anzitutto attraverso un collegiale discernimento, che ci aiuti a ponderare meglio le circostanze nelle quali deve compiersi quell’opera di evangelizzazione che è affidata alla nostra responsabilità. Consapevoli peraltro che, nell’esercizio del compito episcopale, abbiamo dinanzi l’esempio del nostro Papa Benedetto XVI, che non cessa di indicare «quel Dio che parla agli uomini come ad amici» (All’Angelus, 4 gennaio 2009). E in un momento nel quale non manca purtroppo nei media nazionali qualche voce di critica ideologica e preconcetta, desideriamo qui esprimere il nostro attaccamento alla sua persona e la gratitudine profonda per il suo insegnamento e la sua opera, insieme alla conferma di una collaborazione leale e incondizionata. La comunità dei credenti deve vedere noi Vescovi formare un tutt’uno con il Vicario di Cristo, a garanzia dell’unità visibile della Chiesa stessa.
S. Em. Card. Angelo Bagnasco