Questa seconda domenica di Natale prolunga la nostra contemplazione del mistero dell’incarnazione del Verbo, mentre ne sperimentiamo rinnovata la presenza sacramentale nella celebrazione eucaristica. La riproposizione del prologo del Vangelo di Giovanni (1,1-18) si colloca sullo sfondo disegnato dal brano del Siracide (24,1-2.8-12), nel quale protagonista è la sapienza di Dio. L’accostamento sottolinea la preesistenza fin dall’eternità del Verbo che è diventato uomo in Gesù di Nazaret, nel quale la sapienza personale di Dio, che è lo stesso Verbo eterno, ha assunto forma e fattezze umane, realizzando in pienezza una manifestazione già per segni attiva nella creazione e in particolare nel popolo eletto. Questa sapienza ora attende di essere conosciuta e accolta in misura crescente nella fede e nell’esistenza dei credenti in Cristo, ai quali egli è venuto a comunicarla per attuare così un disegno di salvezza e una predestinazione alla santità voluti fin dall’eternità dal Dio e Padre del Signore Gesù, come ci richiama san Paolo nella lettera agli Efesini (1,3-6.15-18).
S.E. Mons. Mariano Crociata