Ancora una volta la Presidenza della C.E.I. ritiene doveroso richiamare l'attenzione sugli impegni dell'accoglienza, della difesa e della promozione della vita.
I Vescovi italiani hanno la consapevolezza di non avere nulla tralasciato nel loro specifico compito di magistero.
Hanno insistentemente parlato, in fedeltà a Dio, alla tradizione della Chiesa, ai valori che appartengono a una retta coscienza morale, alle prospettive di un sicuro progresso sociale.
Hanno ripetutamente invitato le loro comunità cristiane ad assumere, nella preghiera e nell'azione, le complesse responsabilità di proteggere la vita umana sempre, a tutti i livelli, con nuovo coraggio, con geniale competenza.
Hanno anche chiesto più volte che le riforme sociali e legislative siano chiaramente perseguite nelle giuste direzioni, attraverso le garanzie dovute a un valore primario e insopprimibile, quale è la vita umana.
Il nostro richiamo si fa più pressante e più vivo in questo momento, mentre tutto contribuisce a far comprendere la serietà delle scelte che si devono operare.
Non ci si può illudere. L'aborto procurato è l'uccisione di un essere umano innocente e indifeso. E' una scelta violenta, che mette in gioco la vita di tante creature e inevitabilmente travolge la coscienza morale dei genitori e dell'intera comunità.
Né la società può sperare di risolvere questioni che tanto profondamente la coinvolgono, con il ricorso a soluzioni semplicistiche e moralmente errate.
Ben altra solidarietà umana e cristiana è richiesta per superare insieme il triste fenomeno dell'aborto clandestino; ben altri impegni, ben altre prospettive occorre perseguire.
Voglia il Signore illuminare la strada e sorreggere i nostri passi: «Vedi – egli dice – io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male… Io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza» (cfr. Deut 30, 15 e segg.).
PRESIDENZA DELLA CEI