Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana si è riunito a Roma dal pomeriggio di lunedì 19 al mezzogiorno di giovedì 22 gennaio c. a.
Una Concelebrazione eucaristica per l'unità dei cristiani è stata presieduta, la mattina del 21 gennaio, dal Cardinale Corrado Ursi, Arcivescovo di Napoli.
1. – I Vescovi del Consiglio hanno sviluppato una ampia analisi dell'attuale situazione del Paese e dei suoi riflessi sull'impegno morale e sociale che ne deriva particolarmente per i cristiani.
La crisi non è irreversibile, come da più parti si vuole far credere, per scoraggiamento o perché si strumentalizzano a finalità di parte le complesse difficoltà tuttora persistenti.
La maggior parte della gente si dissocia dalle profezie di sventura come dalle facili promesse di un futuro assicurato a basso prezzo.
Non senza esasperazione, tuttavia, essa dà un giudizio severo sulla situazione e vuole comunque documentarsi con dati obiettivi: sulla crisi dell'indirizzo politico, dell'economia, delle strutture pubbliche, dell'attività legislativa, dell'amministrazione della giustizia, degli organismi di partecipazione e degli strumenti di una comunicazione sociale spesso disattenta ai reali valori, alle più genuine aspirazioni e alle risorse esistenti nel Paese.
Né vanno esenti da questo giudizio popolare i fenomeni ricorrenti di pubblica immoralità – dal terrorismo agli scandali di varia natura – e la facile tendenza a speculare su di essi senza misericordia, nascondendone l'esistenza o cinicamente distorcendola per oscuri disegni.
2. – Questa (diffusa consapevolezza della gente non va oltre disattesa, se non si vogliono correre i rischi di una crescente sfiducia e di un errato riflusso nel privato o negli interessi di categoria.
Non si può fare l'abitudine a un simile stato di cose e rassegnarsi. Né si può lasciare credere che le soluzioni siano facili o delegabili.
Alla Chiesa e ai cristiani, più che mai in questo delicato momento, è chiesta una testimonianza competente, che sul piano sociale consenta:
– di valutare la situazione con obiettività, con serenità, con onestà di intenzioni;
– di ricreare consenso civile sui valori fondamentali della vita e dell'esistenza quotidiana;
– di agire con una chiara volontà di ricostruzione morale in tutti i settori, a partire dalla educazione di coscienze libere e responsabili;
– di seguire le vie di una partecipazione corretta e perseverante, nella convinzione che nessuno deve vivere al di là delle reali possibilità esistenti e che tutti devono essere disponibili per battere ogni forma di assenteismo ed edificare insieme il bene comune.
3. – I Vescovi del Consiglio Permanente conoscono la disponibilità e la competenza con cui non pochi cattolici operano oggi in queste direzioni e li incoraggiano a intensificare il loro qualificato servizio sociale.
Si impegnano, inoltre, a far convergere queste intenzioni sulle linee programmatiche dell'impegno pastorale della Chiesa in Italia per gli anni '80. Confermando la scelta prioritaria della evangelizzazione enucleata negli anni passati, ora intendono svilupparla, con nuove prospettive, in vista di una crescente comunione della comunità ecclesiale.
Sono in tal modo consapevoli di rendere alla Chiesa il loro primario servizio episcopale. Sono altresì consapevoli di essere essi per primi impegnati a rafforzare la collegialità che li unisce tra di loro per il servizio evangelico non solo alla Chiesa ma all'intero Paese, in questo già sorretti dalla appassionata e illuminata opera di Paolo VI e ora esplicitamente sollecitati da Giovanni Paolo II.
Quanto mai provvidenziale essi considerano la circostanza che si offre quest'anno ai Vescovi italiani della visita «ad limina». A tale visita essi intendono disporsi con la piena e lieta consapevolezza di essere chiamati a una seria verifica delle responsabilità che ciascuno e tutti insieme hanno di fronte a Dio, alla Chiesa, al Paese. Essi chiedono di essere accompagnati dalla preghiera e dalla solidarietà dei sacerdoti e dei fedeli, nella certezza che la grazia di queste visite porterà nuova speranza per tutti.
4. – I Vescovi del Consiglio indicano tra gli obiettivi prioritari e permanenti da perseguire negli anni '80 l'auspicato sviluppo dell'apostolato dei laici, sia individuale che associato, e l'animazione cristiana della cultura.
Ritengono che si debba, e oggi si possa, intensificare con nuove disponibilità educative l'impegno di una robusta formazione cristiana delle nuove generazioni, particolarmente attraverso una illuminata catechesi e un severo tirocinio di esperienza ecclesiale e di presenza sociale.
Auspicano che soprattutto ai giovani siano sempre più aperti gli ideali e gli orizzonti dell'Europa. Al riguardo, la recente proclamazione dei Santi Cirillo e Metodio a compatroni dell'Europa, accanto a San Benedetto, non può non sollecitare nuova consapevolezza della storia che la Chiesa ha vissuto per secoli e ora è chiamata a vivere nel nostro continente, dove non è mai stata e mai potrà essere straniera. Come non può non sollecitare a nuovi traguardi la collaborazione dei cristiani, per superare non solo i limiti dei confini geografici, ma anche dei confini etnici, sociali, politici e religiosi, ed edificare alla luce del Vangelo pace e fraternità tra i popoli.
5. – I Vescovi del Consiglio assicurano ancora una volta la solidarietà umana e cristiana di tutta la Chiesa italiana alle popolazioni colpite dal terremoto dello scorso novembre.
Dalla testimonianza documentata dei due Presidenti delle Conferenze Episcopali della Campania e della Basilicata, e del Presidente Nazionale della Caritas, essi hanno sentito vibrare sofferenze profonde e sempre vive, consapevoli invocazioni di giustizia sociale, esigenze per una pronta ripresa dell'attività pastorale.
L'impegno della Chiesa italiana sarà costante e ordinato, rispettoso delle altrui competenze, attento sempre alle risorse innate di quelle popolazioni, alle loro tradizioni, alle loro legittime aspirazioni.
Ad esse, in questa sede, il Consiglio ritiene doveroso esprimere un sincero pensiero di ammirazione per la loro fiduciosa volontà di ricostruire, e auspicano che l'intero Paese, respingendo decisamente ogni forma di speculazione, voglia comprendere le loro sofferenze e collaborare per una coraggiosa ripresa.
6. – Il Consiglio Permanente si è soffermato anche in questa circostanza ad esaminare l'impegno dei cristiani per la tutela e l'accoglienza della vita fin dal suo inizio. I Vescovi non possono non richiamare l'attenzione di tutti a una responsabile valutazione della triste realtà delle cose e alla necessità di operare, nei vari settori, non in una spirale di morte ma nella logica della vita.
Alle comunità cristiane raccomandano, per il 1° febbraio prossimo, una consapevole e lieta celebrazione della «Giornata per la vita».
7. – Nella logica dell'amore e della vita, il Consiglio Permanente ha considerato in questi giorni il problema delle libere istituzioni dell'assistenza sociale e dell'assistenza sanitaria.
Anche nel quadro dell'Anno Internazionale dedicato alle persone handicappate, al quale i cristiani in Italia stanno dedicando la loro particolare attenzione, riemerge da una parte il diritto primario dei cittadini a scelte realmente libere, costituzionalmente garantite e inalienabili; dall'altra parte, il diritto nativo della Chiesa a prestare il suo servizio alla giustizia e all'amore dovuto ai fratelli nel nome di Cristo.
Per questo è necessaria, e ormai indilazionabile, una legislazione – a livello nazionale e a livello regionale – rispettosa delle diverse competenze e delle risorse esistenti, che consenta una collaborazione serena nella comunità civile, perché si possa offrire la migliore risposta ai bisogni reali.
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Il Consiglio Permanente affida questi pensieri e questi orientamenti dell'azione pastorale particolarmente ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, ai laici e ai loro movimenti di apostolato, a tutti i fedeli.
Esprime inoltre la fiducia che anche l'opinione pubblica e i mezzi di comunicazione sociale vogliano considerarli come espressione della missione della Chiesa e della sua volontà di non far mancare in questi momenti al paese il suo specifico contributo, nel nome di Cristo.