Vita consacrata

Messaggio in occasione della Giornata Mondiale per la vita consacrata – 2 febbraio 2002

Messaggio in occasione della Giornata Mondiale per la vita consacrata - 2 febbraio 2002

sperienza della vera gioia cristiana, regalatela a questa umanità dal volto spesso triste, portatela dove la Provvidenza vi chiama e annunciate, con la vita, che le case degli uomini, benché segnate dalla sofferenza, possono essere luoghi di gioia se si dà tempo e spazio all’incontro con il Signore Gesù (Gv 20,20). 
Voi consacrati vivete la fede cristiana come esperienza di vera libertà. Sotto la Signoria di Cristo vivete l’esercizio pieno dell’autentica libertà (Gal 5,1–13). Fate della comunicazione del Vangelo una scelta di libertà e annunciate il Vangelo come proposta di vita che garantisce il recupero di una libertà liberata dai pericoli che la minacciano. Ci piace, infine, vedere in voi gli uomini e le donne della speranza: aiutate la gente attorno a voi a non arrendersi mai di fronte alle pagine più buie della storia, ad avere una marcia in più nel viaggio della vita, a non confondere le cose penultime con quelle ultime, le relative con le assolute, le speranze umane intramondane con la speranza che ci viene da Dio, in una maniera germinale su questa terra e in una maniera piena e definitiva nella gloria del suo Regno. Maria e Giuseppe che portarono il Bambino Gesù a Gerusalemme per offrirlo al Signore (Lc 2,22), custodiscano le vostre persone e le vostre fraternità, mantengano viva nei vostri cuori la lampada della speranza, e quanti vi incontrano possano cogliere in voi, al pari di Simeone, un riflesso della Salvezza di Dio (Lc 2,30).

Roma, 13 gennaio 2002
Battesimo del Signore

Conferenza Episcopale ItalianaCommissione Episcopale per il clero e la vita consacrata

Sorelle e fratelli, la celebrazione di questa Giornata è un’occasione privilegiata perché la comunità cristiana, riunita in assemblea liturgica nella festa della Presentazione del Signore, esprima con voi il ringraziamento a Dio per il dono della vita consacrata alla Chiesa. E anche un’opportunità preziosa perché le persone consacrate e gli istituti di vita consacrata vivano il dono ricevuto come fondamento di un rinnovato impegno pastorale, in comunione con le indicazioni dei Vescovi delle Chiese particolari. Sappiamo che gli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” sono stati da voi accolti con gratitudine e sono oggetto di meditazione e studio, nel sincero proposito di offrire la vostra generosa collaborazione alla realizzazione di ciò che lo Spirito dice alle nostre Chiese. 
Da tempo la Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori, l’Unione delle Superiore Maggiori d’Italia e il Coordinamento degli Istituti Secolari guardano con attenzione ai cambiamenti culturali in atto nella società italiana, per discernere, nella fedeltà creativa al carisma proprio di ogni istituto, i modi di presenza e di azione apostolica più consoni alle domande del nostro mondo. In questo contesto, l’invito dell’Episcopato italiano a fare la scelta prioritaria della comunicazione del Vangelo, illumina il cammino di fede e di testimonianza delle persone e delle fraternità di vita consacrata. Siamo certi di poter contare su di voi per “dare a tutta la vita quotidiana della Chiesa, anche attraverso mutamenti nella pastorale, una chiara connotazione missionaria: fondare tale scelta su un impegno in ordine alla qualità formativa in senso spirituale, teologico, culturale e umano; favorire in definitiva, una più efficace e adeguata comunicazione agli uomini, in mezzo ai quali viviamo, del Mistero di Dio vivente e vero, fonte di gioia e di speranza, per l’umanità intera” (Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 44). 
Voi, infatti, siete strumenti vivi e vitali della traduzione degli Orientamenti pastorali. Essa esige il vostro coinvolgimento corresponsabile e intelligente nel cammino delle Chiese in cui siete presenti e operanti. E tempo, dunque, di ripartire. E, come dice il Santo Padre, di ripartire da Cristo. Dalla prolungata contemplazione del Suo volto si riceve luce e forza per la vita di santità e per individuare le modalità concrete con le quali comunicare il Vangelo agli uomini e alle donne del nostro tempo. Nella preghiera imploriamo che comunità religiose e singole persone consacrate, sorrette dalla forza dello Spirito Santo, manifestino il volto gioioso della Pasqua. 
Come Maria di Magdala, nel silenzio del grande sabato, siate pronti a udire e a riconoscere la voce del Risorto che chiama, per rispondere prontamente a correre e raccontare la gioia di un incontro che comunica quella vita che è più forte della morte. Senza entrare nel merito della pluriforme attività missionaria delle persone e degli istituti di vita consacrata in Italia, c’è una forma di comunicazione possibile e doverosa per tutti, e che coincide con il vissuto cristiano della propria vocazione. L’adesione alle esigenze radicali del Vangelo pone interrogativi, scuote gli indifferenti, suscita inquietudini, parla direttamente al cuore delle persone e può avere un’incidenza evangelizzatrice più efficace di tanta predicazione. La comunicazione del Vangelo per contagio, che è stata determinante nei primi secoli del cristianesimo, che non è venuta mai meno nella bimillenaria storia della Chiesa e che resta una possibilità aperta a tutti i cristiani, può trovare nei membri degli istituti di vita consacrata un valido ed efficace veicolo. Quanti trovano nel Cristo la gioia della vita, non possono tenere per se stessi questo tesoro, ma sentono la necessità interiore di comunicarlo agli altri. Voi consacrati, che fate e

COMMISSIONE EPISCOPALE PER IL CLERO E LA VITA CONSACRATA

14 Gennaio 2002

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