tto XVI, Discorso alla Curia Romana in occasione della presentazione degli auguri natalizi, 22 dicembre 2005.
[3] Giovanni Paolo II, lettera apostolica Novo millennio ineunte, 6 gennaio 2001, 50: AAS 93 (2001), 303.
[4] Benedetto XVI, Messaggio per la XIV Giornata mondiale del malato.
PRESENTAZIONE
L’esigenza di un documento sulla pastorale della salute, in continuità con quello pubblicato nel 1989 a cura della Consulta Nazionale per la pastorale della sanità, era avvertita già da tempo davanti ai mutamenti in atto in ambito socio–culturale, nel mondo sanitario e nella pastorale. L’occasione per dare attuazione a tale intendimento è stata l’Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana, che si è svolta in Assisi nel novembre 2005. La riflessione sviluppata dai vescovi sul tema della cura pastorale delle situazioni di sofferenza suscitate dalla malattia ha fatto emergere proposte significative. La presente Nota ne raccoglie gli elementi salienti, nella consapevolezza del compito della Chiesa, «chiamata a manifestare l’amore e la sollecitudine di Cristo verso quanti soffrono e verso coloro che se ne prendono cura»[1].
La Nota intende offrire alle comunità ecclesiali criteri di discernimento e indicazioni pastorali per un’adeguata evangelizzazione e una incisiva testimonianza della speranza cristiana nel mondo della salute. Le luci e le ombre che emergono nell’ambito della sanità costituiscono una provocazione feconda per l’agire pastorale della Chiesa (cfr nn. 7–20). Dare attuazione convincente al comando di Gesù che mandò i suoi discepoli «ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi» (Lc 9,2), è oggi una fra le più urgenti forme di evangelizzazione.
La Nota intende anche invitare la comunità cristiana nel suo complesso a sentirsi soggetto corresponsabile della pastorale della salute, integrandola in una pastorale d’insieme. Le sfide che provengono dal mondo della salute chiedono alla Chiesa una risposta animata dalla speranza. Tale azione profetica sarà possibile se la comunità ecclesiale si sentirà costantemente provocata dal modo di agire di Gesù Cristo (cfr nn. 21–48). Ci ricorda il Santo Padre: «Cristo, soffrendo per tutti noi, ha conferito un nuovo senso alla sofferenza, l’ha introdotta in una nuova dimensione, in un nuovo ordine: quello dell’amore… Tuttavia dobbiamo anche fare del tutto perché gli uomini possano scoprire il senso della sofferenza, per essere così in grado di accettare la propria sofferenza e unirla alla sofferenza di Cristo»[2].
La Nota, infine, offrendo orientamenti operativi, vuole promuovere e sostenere un’azione pastorale più partecipata e coinvolgente, in cui il malato sia valorizzato come soggetto attivo (cfr nn. 49–69). Tutti, infatti, siamo in debito verso quanti sono nella sofferenza, perché essi immettono nel mondo, spesso a caro prezzo, silenziosamente e in incognito, fiumi vitali di speranza. Anche in questo campo «è l’ora di una nuova “fantasia della carità”, che si dispieghi non tanto e non solo nell’efficacia dei soccorsi prestati, ma nella capacità di farsi vicini, solidali con chi soffre»[3].
La coincidenza della pubblicazione della Nota con la fase finale del cammino preparatorio verso il 4° Convegno Ecclesiale nazionale (Verona, 16–20 ottobre 2006) vuole essere un segno peculiare dell’attenzione della Chiesa italiana nei confronti della fragilità sperimentata nella malattia e nella sofferenza. La offriamo alle comunità ecclesiali facendo nostre le parole di Benedetto XVI: «Duc in altum! Questo invito di Cristo a Pietro e agli Apostoli lo rivolgo alle Comunità ecclesiali… e, in modo speciale, a quanti sono al servizio dei malati, perché, con l’aiuto di Maria Salus infirmorum, testimonino la bontà e la paterna sollecitudine di Dio»[4].
Roma, 4 giugno 2006
Solennità di Pentecoste
+ Francesco Montenegro
Presidente della Commissione Episcopale per il servizio della carità e la salute
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[1] Benedetto XVI, Messaggio per la XIV Giornata mondiale del malato, 8 dicembre 2005.
[2] Benede