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giovedì 18 Aprile 2024

Ufficio delle letture

GIOVEDI' - III SETTIMANA DI PASQUA - III SETTIMANA DEL SALTERIO
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V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Ecco il gran giorno di Dio,
splendente di santa luce:
nasce nel sangue di Cristo
l’aurora di un mondo nuovo.
Torna alla casa il prodigo,
splende la luce al cieco;
il buon ladrone graziato
dissolve l’antica paura.
Gli angeli guardano attoniti
il supplizio della croce,
da cui l’innocente e il reo
salgono uniti al trionfo.
O mistero insondabile
dell’umana redenzione:
morendo sopra il patibolo
Cristo sconfigge la morte.
Giorno di grandi prodigi!
La colpa cerca il perdono,
l’amore vince il timore,
la morte dona la vita.
Irradia sulla tua Chiesa
la gioia pasquale, o Signore,
unisci alla tua vittoria
i rinati nel battesimo.
Sia lode e onore a Cristo,
vincitore della morte,
al Padre e al Santo Spirito
ora e nei secoli eterni. Amen.
Oppure:
Hic est dies verus Dei,
sancto serénus lúmine,
quo díluit sanguis sacer
probrósa mundi crímina.
Fidem refúndit pérditis
cæcósque visu illúminat;
quem non gravi solvit metu
latrónis absolútio?
Opus stupent et ángeli,
poenam vidéntes córporis
Christóque adhæréntem reum
vitam beátam cárpere.
Mystérium mirábile,
ut ábluat mundi luem,
peccáta tollat ómnium
carnis vitia mundans caro.
Quid hoc potest sublímius,
ut culpa quærat grátiam,
metúmque solvat caritas
reddátque mors vitam novam?
Esto perénne méntibus
paschále, Iesu, gáudium,
et nos renátos grátiæ
tuis triúmphis ággrega.
Iesu, tibi sit glória,
qui morte victa prǽnites,
cum Patre et almo Spíritu,
in sempitérna sǽcula. Amen.
1 ant.
Guarda, Signore, e considera
           l’umiliazione del tuo popolo.
SALMO 88, 39-53
Lamento sulla rovina della casa di Davide
Ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di
Davide, suo servo
(Lc 1, 69).
IV    (39-46)
​ Ma tu lo hai respinto e ripudiato, *
   ti sei adirato contro il tuo consacrato;
hai rotto l’alleanza con il tuo servo, *
   hai profanato nel fango la sua corona.
Hai abbattuto tutte le sue mura *
   e diroccato le sue fortezze;
tutti i passanti lo hanno depredato, *
   è divenuto lo scherno dei suoi vicini.
Hai fatto trionfare la destra dei suoi rivali, *
   hai fatto gioire tutti i suoi nemici.
Hai smussato il filo della sua spada *
   e non l’hai sostenuto nella battaglia.
Hai posto fine al suo splendore, *
   hai rovesciato a terra il suo trono.
Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza *
   e lo hai coperto di vergogna.
1 ant.
Guarda, Signore, e considera
           l’umiliazione del tuo popolo.
2 ant.
Cristo è la radice e il germoglio di Davide,
          la stella luminosa del mattino, alleluia.
V    (47-53)
Fino a quando, Signore,
     continuerai a tenerti nascosto, *
   arderà come fuoco la tua ira?
Ricorda quant’è breve la mia vita. *
   Perché quasi un nulla hai creato ogni uomo?
Quale vivente non vedrà la morte, *
   sfuggirà al potere degli inferi?
Dove sono, Signore, le tue grazie di un tempo, *
   che per la tua fedeltà hai giurato a Davide?
Ricorda, Signore, l’oltraggio dei tuoi servi: *
   porto nel cuore le ingiurie di molti popoli,
con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano, *
   insultano i passi del tuo consacrato.
Benedetto il Signore in eterno. *
   Amen, amen.
2 ant.
Cristo è la radice e il germoglio di Davide,
          la stella luminosa del mattino, alleluia.
3 ant.
Come l’erba i nostri giorni passano:
          tu, Signore, sei per sempre, alleluia.
SALMO 89    Su di noi sia la bontà del Signore
Davanti al Signore un giorno è come mille anni e
mille anni come un giorno solo
(2 Pt 3, 8).
Signore, tu sei stato per noi un rifugio *
   di generazione in generazione.
Prima che nascessero i monti †
   e la terra e il mondo fossero generati, *
   da sempre e per sempre tu sei, Dio.
Tu fai ritornare l’uomo in polvere *
   e dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Ai tuoi occhi, mille anni
     sono come il giorno di ieri che è passato, *
   come un turno di veglia nella notte.
Li annienti: li sommergi nel sonno; *
   sono come l’erba che germoglia al mattino:
al mattino fiorisce, germoglia, *
   alla sera è falciata e dissecca.
Perché siamo distrutti dalla tua ira, *
   siamo atterriti dal tuo furore.
Davanti a te poni le nostre colpe, *
  i nostri peccati occulti alla luce del tuo volto.
Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua ira, *
   finiamo i nostri anni come soffio.
Gli anni della nostra vita sono settanta, *
   ottanta per i più robusti,
ma quasi tutti sono fatica, dolore; *
   passano presto e noi ci dileguiamo.
Chi conosce l’impeto della tua ira, *
   e il tuo sdegno, con il timore a te dovuto?
Insegnaci a contare i nostri giorni *
   e giungeremo alla sapienza del cuore.
Volgiti, Signore; fino a quando? *
   Muoviti a pietà dei tuoi servi.
Saziaci al mattino con la tua grazia: *
   esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Rendici la gioia per i giorni di afflizione, *
   per gli anni in cui abbiamo visto la sventura.
Si manifesti ai tuoi servi la tua opera *
   e la tua gloria ai loro figli.
Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio:†
   rafforza per noi l’opera delle nostre mani, *
   l’opera delle nostre mani rafforza.
3 ant.
Come l’erba i nostri giorni passano:
          tu, Signore, sei per sempre, alleluia.
V.
Dio ha fatto risorgere Cristo Signore, alleluia,
​R.
con la sua potenza farà risorgere anche noi, alleluia.
PRIMA LETTURA

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni, apostolo
9, 13-21

La piaga della guerra
     
   Io, Giovanni, vidi, e il sesto angelo suonò la tromba. Allora udii una voce dai lati dell’altare d’oro che si trova dinanzi a Dio. E diceva al sesto angelo che aveva la tromba: «Sciogli i quattro angeli incatenati sul gran fiume Eufràte». Furono sciolti i quattro angeli pronti per l’ora, il giorno, il mese e l’anno per sterminare un terzo dell’umanità. Il numero delle truppe di cavalleria era duecento milioni; ne intesi il numero. Così mi apparvero i cavalli e i cavalieri: questi avevano corazze di fuoco, di giacinto, di zolfo. Le teste dei cavalli erano come le teste dei leoni e dalla loro bocca usciva fuoco, fumo e zolfo. Da questo triplice flagello, dal fuoco, dal fumo e dallo zolfo che usciva dalla loro bocca, fu ucciso un terzo dell’umanità. La potenza dei cavalli infatti sta nella loro bocca e nelle loro code; le loro code sono simili a serpenti, hanno teste e con esse nuocciono.
     Il resto dell’umanità, che non perì a causa di questi flagelli, non rinunziò alle opere delle sue mani; non cessò di prestar culto ai demòni e agli idoli d’oro, d’argento, di bronzo, di pietra e di legno, che non possono né vedere, né udire, né camminare (Sal 113 B, 4-7); non rinunziò nemmeno agli omicidi, né alle stregonerie, né alla fornicazione, né alle ruberie.
 
RESPONSORIO         Cfr. At 17, 30. 31; Gl 1, 13. 14
​R.
Dio ordina a tutti gli uomini di tutti i luoghi di
ravvedersi.
*
Egli ha stabilito un giorno per giudicare
la terra con giustizia, alleluia.

V.
Ministri di Dio, adunate tutti gli abitanti della
regione, e gridate al Signore.

R.
Egli ha stabilito un giorno per giudicare la terra
con giustizia, alleluia.
SECONDA LETTURA
Dal Trattato «Contro le eresie» di sant’Ireneo, vescovo

(Lib. 5, 2, 2-3; SC 153, 30-38)

L’Eucaristia pegno di risurrezione
     
   Se la carne non viene salvata, allora né il Signore ci ha redenti col suo sangue, né il calice dell’Eucaristia è la comunione del suo sangue, né il pane che spezziamo è la comunione del suo corpo. Il sangue infatti non viene se non dalle vene e dalla carne e da tutta la sostanza dell’uomo nella quale veramente si è incarnato il Verbo di Dio. Ci ha redenti con il suo sangue, come dice anche il suo Apostolo: in lui abbiamo la redenzione e la remissione dei peccati per mezzo del suo sangue (cfr. Ef 1, 7).
     Noi siamo sue membra, ma siamo nutriti dalle cose create, che egli stesso mette a nostra disposizione, facendo sorgere il suo sole e cadere la pioggia come vuole. Questo calice, che viene dalla creazione, egli ha dichiarato che è il suo sangue, con cui alimenta il nostro sangue. Così pure questo pane, che viene dalla creazione, egli ha assicurato che è il suo corpo con cui nutre i nostri corpi.
     Il vino mescolato nel calice e il pane confezionato ricevono la parola di Dio e diventano Eucaristia, cioè corpo e sangue di Cristo. Da essi è alimentata e prende consistenza la sostanza della nostra carne. E allora come possono alcuni affermare che la carne non è capace di ricevere il dono di Dio, cioè la vita eterna, quando viene nutrita dal sangue e dal corpo di Cristo, al quale appartiene come parte delle sue membra? Lo dice l’Apostolo nella lettera agli Efesini: Siamo membra del suo corpo, della sua carne e delle sue ossa (cfr. Ef 5, 30), e queste cose non le dice di un uomo spirituale e invisibile – uno spirito infatti non ha né ossa né carne (cfr. Lc 24, 39) – ma di un uomo vero, che consta di carne, nervi e ossa, e che viene alimentato dal calice che è il sangue di Cristo e sostenuto dal pane, che è il corpo di Cristo.
     Il tralcio della vite, piantato in terra, porta frutto a suo tempo, e il grano di frumento caduto nella terra, e in essa dissolto, risorge moltiplicato per virtù dello Spirito di Dio, che abbraccia ogni cosa. Tutto questo poi dalla sapienza è messo a disposizione dell’uomo, e, ricevendo la parola di Dio, diventa Eucaristia, cioè corpo e sangue di Cristo. Così anche i nostri corpi, nutriti dall’Eucaristia, deposti nella terra e andati in dissoluzione, risorgeranno a suo tempo, perché il Verbo dona loro la risurrezione, a gloria di Dio Padre. Egli circonda di immortalità questo corpo mortale, e largisce gratuitamente l’incorruzione alla carne corruttibile. In questa maniera la forza di Dio si manifesta pienamente nella debolezza degli uomini.
 
RESPONSORIO                                Cfr. Gv 6, 48-51
R.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno
mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo
è il pane che discende dal cielo:
*
chi ne mangia non
può morire, alleluia.

V.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno
mangia di questo pane vivrà in eterno;

R.
chi ne mangia non può morire, alleluia.
ORAZIONE
   O Dio, che in questi giorni pasquali ci hai rivelato la grandezza del tuo amore, fa’ che accogliamo pienamente il dono della salvezza, perché, liberi dall’oscurità del peccato, aderiamo sempre più alla tua parola di verità. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.
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