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venerdì 16 Agosto 2024

Ufficio delle letture

SANTO STEFANO DI UNGHERIA - MEMORIA FACOLTATIVA
Grandezza Testo A A A
V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Uniamoci, o fratelli,
con cuore puro e ardente
alla lode festosa
della Chiesa di Cristo.
In questo giorno santo
la carità divina congiunge
santo Stefano d'Ungheria
al regno dei beati.
La fiamma dello Spirito
ha impresso nel suo cuore
il sigillo indelebile
dell’amore di Dio.
Egli è modello e guida
a coloro che servono
le membra sofferenti
del corpo del Signore.
Dolce amico dei poveri,
intercedi per noi;
sostieni i nostri passi
nella via dell’amore.
A te sia lode, o Cristo,
immagine del Padre,
che sveli nei tuoi santi
la forza dello Spirito. Amen.
1 ant.
Sono sfinito dal gridare
          nell’attesa del mio Dio.
SALMO 68, 2-22.30-37    Mi divora lo zelo per la tua casa
Gli diedero da bere vino mescolato con fiele 
(Mt 27, 34).
 
I    (2-13)
Salvami, o Dio: *
   l’acqua mi giunge alla gola.
Affondo nel fango e non ho sostegno; †
   sono caduto in acque profonde *
   e l’onda mi travolge.
Sono sfinito dal gridare, †
   riarse sono le mie fauci; *
   i miei occhi si consumano nell’attesa del mio Dio.
Più numerosi dei capelli del mio capo *
   sono coloro che mi odiano senza ragione.
Sono potenti i nemici che mi calunniano: *
   quanto non ho rubato, lo dovrei restituire?
Dio, tu conosci la mia stoltezza *
   e le mie colpe non ti sono nascoste.
Chi spera in te, a causa mia non sia confuso, *
   Signore, Dio degli eserciti;
per me non si vergogni *
   chi ti cerca, Dio d’Israele.
Per te io sopporto l’insulto *
   e la vergogna mi copre la faccia;
sono un estraneo per i miei fratelli, *
   un forestiero per i figli di mia madre.
Poiché mi divora lo zelo per la tua casa, *
   ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta.
Mi sono estenuato nel digiuno *
   ed è stata per me un’infamia.
Ho indossato come vestito un sacco *
   e sono diventato il loro scherno.
Sparlavano di me quanti sedevano alla porta, *
   gli ubriachi mi dileggiavano.
1 ant.
Sono sfinito dal gridare
          nell’attesa del mio Dio.
2 ant.
Hanno messo nel mio cibo veleno,
          nella mia sete mi hanno fatto bere l’aceto.
II    (14-22)
Ma io innalzo a te la mia preghiera, *
   Signore, nel tempo della benevolenza;
per la grandezza della tua bontà, rispondimi, *
   per la fedeltà della tua salvezza, o Dio.
Salvami dal fango, che io non affondi, †
   liberami dai miei nemici *
   e dalle acque profonde.
Non mi sommergano i flutti delle acque †
   e il vortice non mi travolga, *
   l’abisso non chiuda su di me la sua bocca.
Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia; *
   volgiti a me nella tua grande tenerezza.
Non nascondere il volto al tuo servo, *
   sono in pericolo: presto, rispondimi.
Avvicinati a me, riscattami, *
   salvami dai miei nemici.
Tu conosci la mia infamia, †
   la mia vergogna e il mio disonore; *
   davanti a te sono tutti i miei nemici.
L’insulto ha spezzato il mio cuore e vengo meno. †
   Ho atteso compassione, ma invano, *
   consolatori, ma non ne ho trovati.
Hanno messo nel mio cibo veleno *
   e quando avevo sete mi hanno dato aceto.
2 ant.
Hanno messo nel mio cibo veleno,
          nella mia sete mi hanno fatto bere l’aceto.
3 ant.
Cercate il Signore
          e avrete la vita.
III    (30-37)
Io sono infelice e sofferente; *
   la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.
Loderò il nome di Dio con il canto, *
   lo esalterò con azioni di grazie,
che il Signore gradirà più dei tori, *
   più dei giovenchi con corna e unghie.
Vedano gli umili e si rallegrino; *
   si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
poiché il Signore ascolta i poveri *
   e non disprezza i suoi che sono prigionieri.
A lui acclamino i cieli e la terra, *
   i mari e quanto in essi si muove.
Perché Dio salverà Sion, †
   ricostruirà le città di Giuda: *
   vi abiteranno e ne avranno il possesso.
La stirpe dei suoi servi ne sarà erede, *
   e chi ama il suo nome vi porrà dimora.
3 ant.
Cercate il Signore
          e avrete la vita.
V.
Il Signore ci insegni le sue vie:

R.
e noi andremo per i suoi sentieri.
PRIMA LETTURA
 
​Dal libro del profeta Michea
6, 1-15
Il Signore giudica il suo popolo
     Ascoltate ciò che dice il Signore: 
«Su, fa' lite con i monti
e i colli ascoltino la tua voce!
Ascoltate, o monti, il processo del Signore
e porgete l'orecchio,
o perenni fondamenta della terra,
perché il Signore è in lite con il suo popolo,
intenta causa con Israele.
Popolo mio, che cosa ti ho fatto?
In che cosa ti ho stancato? Rispondimi.
Forse perché ti ho fatto uscire dall'Egitto,
ti ho riscattato dalla casa di schiavitù
e ho mandato davanti a te
Mosè, Aronne e Maria?
Popolo mio, ricorda le trame
di Balak re di Moab,
e quello che gli rispose
Bàlaam, figlio di Beor.
Ricordati di quello che è avvenuto
da Sittim a Gàlgala,
per riconoscere
i benefici del Signore».
Con che cosa mi presenterò al Signore,
mi prostrerò al Dio Altissimo?
Mi presenterò a lui con olocausti,
con vitelli di un anno?
Gradirà il Signore
le migliaia di montoni
e torrenti di olio a miriadi?
Gli offrirò forse il mio primogenito
per la mia colpa,
il frutto delle mie viscere
per il mio peccato?
Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono
e ciò che richiede il Signore da te:
praticare la giustizia,
amare la pietà,
camminare umilmente con il tuo Dio.
La voce del Signore grida alla città!
Ascoltate tribù
e convenuti della città:
Ci sono ancora nella casa dell'empio
i tesori ingiustamente acquistati
e le misure scarse, detestabili?
Potrò io giustificare
le false bilance
e il sacchetto di pesi falsi?
I ricchi della città sono pieni di violenza
e i suoi abitanti dicono menzogna.
Anch'io ho cominciato a colpirti,
a devastarti per i tuoi peccati.
Mangerai, ma non ti sazierai,
e la tua fame rimarrà in te;
metterai da parte, ma nulla salverai
e se qualcuno salverai
io lo consegnerò alla spada.
Seminerai ma non mieterai,
frangerai le olive, ma non ti ungerai d'olio;
produrrai mosto, ma non berrai il vino.
 
RESPONSORIO                    Cfr Mic 6, 8; Sal 36, 3
R.
Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò
che richiede il Signore da te:
*
Pratica la giustizia,
ama la pietà, cammina umilmente con il tuo Dio.

V.
Confida nel Signore e fa' il bene; abiterai la terra
e vivrai sicuro.

R.
Pratica la giustizia, ama la pietà, cammina
umilmente con il tuo Dio.
SECONDA LETTURA
Dalle «Esortazioni al figlio» di santo Stefano
(Cap. 1. 2. 10; PL 151, 1236-1237. 1242-1244)
Ascolta, figlio mio, l’insegnamento di tuo padre
   In primo luogo questo ti consiglio, ti raccomando e ti impongo, figlio carissimo: fa’ onore alla corona regale, conserva la fede cattolica e apostolica con tale diligenza e scrupolo da essere di esempio a tutti quelli che da Dio ti sono stati sottoposti, perché tutte le persone dabbene giustamente ti indichino come un praticante autentico del Vangelo. Senza di questo, sappilo per certo, non sarai cristiano né figlio della Chiesa. Nel palazzo reale dopo la fede in Cristo, viene quella nella Chiesa, la quale, piantata dapprima dal nostro capo, Cristo, fu poi trapiantata e solidamente costruita e diffusa per tutto il mondo dalle sue membra, ossia dagli apostoli e dai santi padri. Questa Chiesa non cessa mai di generare ovunque nuovi figli, anche se in diverse regioni, data la sua antica introduzione, in un certo senso si potrebbe considerare vecchia.
   Nel nostro regno però, o figlio carissimo, essa è ancora giovane, in quanto nuova e annunziata da poco. Per questo ha bisogno di persone che la custodiscano con maggior impegno e vigilanza, perché quel bene, che la divina bontà ha elargito a noi, senza alcun nostro merito, non vada perduto e ridotto al nulla per tua ignavia, pigrizia e negligenza.
   Figlio mio carissimo, dolcezza del mio cuore, speranza della mia futura discendenza, ti scongiuro e ti comando di farti guidare in tutto e per tutto dall’amore, e di essere pieno di benevolenza, non solo verso i parenti e i congiunti, siano essi principi, condottieri, ricchi, vicini o lontani, ma anche verso gli estranei e tutti quelli che vengono da te.
   Se praticherai la carità, arriverai alla suprema beatitudine. Sii misericordioso verso tutti gli oppressi. Abbi sempre presente nel cuore il modello offerto dal Signore quando dice: «Misericordia io voglio e non sacrificio» (Mt 9, 13). Sii paziente con tutti, non solo con i potenti ma anche con i deboli.
   Infine sii forte, perché non ti inorgoglisca la prosperità, né ti abbatta l’avversità. Sii anche umile, perché Dio ti esalti ora e in futuro. Sii moderato e non punire o condannare alcuno oltre misura.
   Sii mite e non voler metterti mai in opposizione con la giustizia. 
   Sii onesto, perché non abbia mai a procurare  volutamente disonore ad alcuno. Sii casto, perché tu abbia ad evitare, come spine di morte, le sollecitazioni malvage.
   Tutte queste cose, qui sopra elencate, danno splendore alla corona regale, mentre, senza di esse, nessuno è in grado di regnare come si conviene quaggiù, né di giungere al regno eterno.
 
RESPONSORIO                 Cfr. Tb 4, 8-9; Sir 35, 11. 12
R.
La tua elemosina sia proporzionata ai beni che possiedi.

*
Se hai molto, da’ molto; se poco, non esitare a dare
secondo quel poco.

V.
In ogni offerta mostra lieto il tuo volto; da’ all’Altissimo
in base al dono da lui ricevuto.

R.
Se hai molto, da’ molto; se poco, non esitare a dare
secondo quel poco.
ORAZIONE
   Assisti, Signore, i tuoi fedeli, nel ricordo di santo Stefano, re di Ungheria: egli che guidò il suo popolo alla fede di Cristo sia nostro patrono presso di te nel cielo. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.

Memoria facoltativa

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