HomeLiturgia delle Ore
lunedì 03 Giugno 2024

Ufficio delle letture

SANTI CARLO LWANGA E COMPAGNI, MARTIRI - MEMORIA - I SETTIMANA DEL SALTERIO
Grandezza Testo A A A
V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell’amore del Padre.
Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.
Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:
pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.
Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.

 
Oppure:
 
Rex glorióse mártyrum,
coróna confiténtium,
qui respuéntes térrea
perdúcis ad cæléstia.
Aurem benígnam prótinus
appóne nostris vócibus;
tropæa sacra pángimus,
ignósce quod delíquimus.
Tu vincis in martyribus
parcéndo confessóribus;
tu vince nostra crimina
donándo indulgéntiam.
Præsta, Pater piíssime,
Patríque compar Unice,
cum Spíritu Paráclito
regnans per omne sæculum. Amen.
1 ant.
Salvami, Signore,
          per la tua misericordia.
SALMO 6
L’uomo nella prova implora la misericordia di Dio.

Ora l’anima mia è turbata... Padre, salvami da quest’ora

(Gv 12, 27).
Signore, non punirmi nel tuo sdegno, *
    non castigarmi nel tuo furore.
Pietà di me, Signore: vengo meno; *
    risanami, Signore: tremano le mie ossa.
L’anima mia è tutta sconvolta, *
    ma tu, Signore, fino a quando?
Volgiti, Signore, a liberarmi, *
    salvami per la tua misericordia.
Nessuno tra i morti ti ricorda. *
    Chi negli inferi canta le tue lodi?
Sono stremato dai lunghi lamenti, †
    ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio, *
    irroro di lacrime il mio letto.
I miei occhi si consumano nel dolore, *
    invecchio fra tanti miei oppressori.
Via da me voi tutti che fate il male, *
    il Signore ascolta la voce del mio pianto.
Il Signore ascolta la mia supplica, *
   il Signore accoglie la mia preghiera.
Arrossiscano e tremino i miei nemici, *
   confusi, indietreggino all’istante.
1 ant.
Salvami, Signore,
          per la tua misericordia.
2 ant.
Dio, rifugio del povero
           nel tempo dell’angustia!
SALMO 9 A    Ringraziamento per la vittoria
 
E di nuovo verrà a giudicare i vivi e i morti.

I    (1-11)
Ti loderò, Signore, con tutto il cuore *
   e annunzierò tutte le tue meraviglie.
Gioisco in te ed esulto, *
   canto inni al tuo nome, o Altissimo.
Mentre i miei nemici retrocedono, *
   davanti a te inciampano e periscono,
perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa; *
   siedi in trono giudice giusto.
Hai minacciato le nazioni, †
   hai sterminato l’empio, *
   il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.
Per sempre sono abbattute le fortezze del nemico, *
   è scomparso il ricordo
      delle città che hai distrutte.
Ma il Signore sta assiso in eterno; *
   erige per il giudizio il suo trono:
giudicherà il mondo con giustizia, *
   con rettitudine deciderà le cause dei popoli.
Il Signore sarà un riparo per l’oppresso, *
   in tempo di angoscia un rifugio sicuro.
Confidino in te quanti conoscono il tuo nome, *
   perché non abbandoni chi ti cerca, Signore.
2 ant.
Dio, rifugio del povero
           nel tempo dell’angustia!
3 ant.
Dirò le tue lodi, Signore,
           nell’assemblea del tuo popolo.
II    (12-21)
Cantate inni al Signore, che abita in Sion, *
   narrate tra i popoli le sue opere.
Vindice del sangue, egli ricorda, *
   non dimentica il grido degli afflitti.
Abbi pietà di me, Signore, †
   vedi la mia miseria, opera dei miei nemici, *
   tu che mi strappi dalle soglie della morte,
perché possa annunziare le tue lodi, †
   esultare per la tua salvezza *
   alle porte della città di Sion.
Sprofondano i popoli
      nella fossa che hanno scavata, *
   nella rete che hanno teso
      si impiglia il loro piede.
Il Signore si è manifestato, ha fatto giustizia; *
   l’empio è caduto nella rete,
     opera delle sue mani.
Tornino gli empi negli inferi, *
   tutti i popoli che dimenticano Dio.
Perché il povero non sarà dimenticato, *
   la speranza degli afflitti non resterà delusa.
Sorgi, Signore, non prevalga l’uomo: *
   davanti a te siano giudicate le genti.
Riempile di spavento, Signore, *
   sappiano le genti che sono mortali.
3 ant.
Dirò le tue lodi, Signore,
           nell’assemblea del tuo popolo.
V.
Fammi capire, e osserverò la tua legge,

R.
la custodirò con tutto il cuore.
PRIMA LETTURA

Dal libro di Giobbe
29, 1-10; 30, 1. 9-23
 

Giobbe lamenta la propria condizione
 
   Giobbe continuò a pronunziare le sue sentenze e disse:
«Oh, potessi tornare com’ero ai mesi di un tempo,
ai giorni in cui Dio mi proteggeva,
quando brillava la sua lucerna sopra il mio capo
e alla sua luce camminavo in mezzo alle tenebre;
com’ero ai giorni del mio autunno,
quando Dio proteggeva la mia tenda,
quando l’Onnipotente era ancora con me
e i miei giovani mi stavano attorno;
quando mi lavavo i piedi nel latte
e la roccia mi versava ruscelli d’olio!
Quando uscivo verso la porta della città
e sulla piazza ponevo il mio seggio:
vedendomi, i giovani si ritiravano
e i vecchi si alzavano in piedi;
i notabili sospendevano i discorsi
e si mettevano la mano sulla bocca;
la voce dei capi si smorzava
e la loro lingua restava fissa al palato.
Ora invece si ridono di me
i più giovani di me in età,
i cui padri non avrei degnato
di mettere tra i cani del mio gregge.
Ora io sono la loro canzone,
sono diventato la loro favola!
Hanno orrore di me e mi schivano
e non si astengono dallo sputarmi in faccia!
Poiché egli ha allentato il mio arco e mi ha abbattuto,
essi han rigettato davanti a me ogni freno.
A destra insorge la ragazzaglia;
smuovono i miei passi
e appianano la strada contro di me per perdermi.
Hanno demolito il mio sentiero,
cospirando per la mia disfatta
e nessuno si oppone a loro.
Avanzano come attraverso una larga breccia,
sbucano in mezzo alle macerie.
I terrori si sono volti contro di me;
si è dileguata, come vento, la mia grandezza
e come nube è passata la mia felicità.
Ora mi consumo
e mi colgono giorni d’afflizione.
Di notte mi sento trafiggere le ossa
e i dolori che mi rodono non mi danno riposo.
A gran forza egli mi afferra per la veste,
mi stringe per l’accollatura della mia tunica.
Mi ha gettato nel fango:
son diventato polvere e cenere.
Io grido a te, ma tu non mi rispondi,
insisto, ma tu non mi dai retta.
Tu sei un duro avversario verso di me
e con la forza delle tue mani mi perseguiti;
mi sollevi e mi poni a cavallo del vento
e mi fai sballottare dalla bufera.
So bene che mi conduci alla morte,
alla casa dove si riunisce ogni vivente».
 
RESPONSORIO                           Gb 30,17.19; 7,16                                  
 
R.
Di notte mi sento trafiggere le ossa e i dolori che
mi rodono non mi danno riposo. Mi ha gettato nel
fango:
*
sono diventato polvere e cenere.

V.
Lasciami, Signore, perché un soffio sono i miei
giorni;

R.
sono diventato polvere e cenere.
SECONDA LETTURA

Dall’«Omelia per la canonizzazione dei martiri dell’Uganda»
di Paolo VI, papa
(AAS 56, 1964, 905-906)
La gloria dei martiri, segno di rinascita

   Questi Martiri Africani aggiungono all’albo dei vittoriosi, qual è il Martirologio, una pagina tragica e magnifica, veramente degna di aggiungersi a quelle meravigliose dell’Africa antica, che noi moderni, uomini di poca fede, pensavamo non potessero avere degno seguito mai più. Chi poteva supporre, ad esempio, che alle commoventissime storie dei Martiri Scillitani, dei Martiri Cartaginesi, dei Martiri della «Massa candida» uticense, di cui sant’Agostino e Prudenzio ci hanno lasciato memoria, dei Martiri dell’Egitto, dei quali conserviamo l’elogio di san Giovanni Crisostomo, dei Martiri della persecuzione vandalica, si sarebbero aggiunte nuove storie non meno eroiche, non meno fulgenti, nei tempi nostri? Chi poteva prevedere che alle grandi figure storiche dei Santi Martiri e Confessori Africani, quali Cipriano, Felicita e Perpetua e il sommo Agostino, avremmo un giorno associati i cari nomi di Carlo Lwanga e di Mattia Mulumba Kalemba, con i loro venti compagni? E non vogliamo dimenticare altresì gli altri che, appartenendo alla confessione anglicana, hanno affrontato la morte per il nome di Cristo.
   Questi Martiri Africani aprono una nuova epoca; oh! non vogliamo pensare di persecuzioni e di contrasti religiosi, ma di rigenerazione cristiana e civile. L’Africa, bagnata dal sangue di questi Martiri, primi dell’èra nuova (oh, Dio voglia che siano gli ultimi, tanto il loro olocausto è grande e prezioso!), risorge libera e redenta. La tragedia, che li ha divorati, è talmente inaudita ed espressiva, da offrire elementi rappresentativi sufficienti per la formazione morale d’un popolo nuovo, per la fondazione d’una nuova tradizione spirituale, per simboleggiare e per promuovere il trapasso da una civiltà primitiva, non priva di ottimi valori umani, ma inquinata ed inferma e quasi schiava di se stessa, ad una civiltà aperta alle espressioni superiori dello spirito e alle forme superiori della socialità.
  
RESPONSORIO
R.
Mentre combattiamo per la fede, Dio ci guarda,
Cristo e i suoi angeli assistono:
*
è onore e gioia per
noi lottare sotto lo sguardo di Dio, ricevere il premio
da Cristo giudice.

V.
Raccogliamo le forze, prepariamoci alla lotta con
spirito puro, con fede e coraggio, con dedizione
totale:

R.
è onore e gioia per noi lottare sotto lo sguardo di
Dio, ricevere il premio da Cristo giudice.
ORAZIONE
   O Dio, che nel sangue dei martiri hai posto il seme di nuovi cristiani, concedi che il mistico campo della Chiesa, fecondato dal sacrificio di san Carlo Lwanga e dei suoi compagni, produca una mèsse sempre più abbondante, a gloria del tuo nome. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.
BANNER-300x250-v2
banner_BibbiaEdu
banner_liturgia